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Eriksen, gli esperti: “Accertare se ha subito danni. Ritorno in campo? È presto”

Alessandro Cosattini

Al Corriere della Sera parlano un professore di cardiologia al Policlinico Gemelli di Roma e un primario di Medicina dello Sport al San Camillo

Christian Eriksen tornerà in campo? Il Corriere della Sera ha contattato degli esperti del settore per provare a fare massima chiarezza sulla situazione del centrocampista danese dell'Inter.

Queste le parole di Antonio Giuseppe Rebuzzi, professore di cardiologia al Policlinico Gemelli di Roma: "Dopo un evento così grave, è difficile immaginare che possa tornare allo sport agonistico, ma non è nemmeno escluso. Ancora non è chiaro quale sia stata la causa dell’arresto cardiaco, di solito è da ricercare in patologie congenite difficili da diagnosticare come un’alterazione delle coronarie, una displasia aritmogena o la sindrome di Brugada. Serviranno esami approfonditi e solo dopo un’attenta diagnosi si potrà decidere. Queste patologie nascoste restano asintomatiche finché non si manifestano, ma a quel punto nella maggior parte dei casi sono mortali. Purtroppo spesso non vengono evidenziate nei pur approfonditi controlli a cui viene sottoposto chi pratica sport. Per diagnosticarle servono esami mirati e costosi che si fanno solo quando c’è un sospetto. Nella sfortuna, comunque, il ragazzo è stato fortunato ad aver avuto l’arresto cardiaco in un luogo in cui c’era un defibrillatore e personale formato a utilizzarlo. Fosse capitato altrove...".

Un altro parere che troviamo sul Corriere della Sera è di Pino Capua, primario di Medicina dello Sport al San Camillo: "Dobbiamo gridare al miracolo. Per prima cosa bisogna accertare se sono rimasti dei danni. In condizioni di benessere, il giocatore potrebbe riprendere l’attività agonistica. Per fortuna queste patologie sono comunque rare e controlli accurati possono far emergere talvolta sospetti da verificare". Però, come spiega ancora Pino Capua, il rischio esiste perché "anche in un contesto dove non dovrebbe esserci nessun “dubbio” si innesca l’imponderabilità della nostra scienza medica. C’è sempre un lato che non ci permette di essere in condizione di avere al 100% la sicurezza. Nessun tipo di esame e di analisi preventiva queste cose le può stabilire. Non si deve dare la colpa a nessuno, è una delle condizioni imponderabili che possono succedere", si legge.

(Fonte: Corriere della Sera)