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Eriksen, l’esperta Rampazzo: “Sconsigliato tornare a giocare se riscontrata malattia”

Getty Images

Le parole della biologa e genetista: "Purtroppo queste patologie possono sfuggire anche ai controlli più serrati come quelli dei medici sportivi"

Marco Astori

Alessandra Rampazzo, biologa e genetista dell’università di Padova, ha rilasciato un'intervista ai microfoni del Corriere dello Sport in merito a quanto accaduto a Christian Eriksen. Le sue parole: «Una patologia sottostante c’è di sicuro. E purtroppo queste patologie possono sfuggire anche ai controlli più serrati come quelli dei medici sportivi ma causano più di un quarto degli arresti cardiaci. Penso, appunto, alla cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro. Purtroppo, in alcuni soggetti è veramente difficile da identificare fino al primo sintomo che è l’arresto cardiaco. E questo in atleti di alto livello, non solo nel calcio» .

C’è un’età più a rischio?

«Da studi epidemiologici, la zona rossa è la seconda e terza decade di vita, l’età in cui più frequentemente dà i primi segni di sé. L’importante che il primo segno non sia anche l’ultimo. L’espressione della malattia è molto variabile, da persona a persona, anche nella stessa famiglia se esistono due soggetti con lo stesso difetto genetico potrebbe manifestarsi in uno e mai nell’altro. Dovesse essere riscontrata realmente, di certo un’attività agonistica sarebbe sconsigliata. Perché al momento come cura c’è il defibrillatore impiantabile e farmaci solo sintomatici» .

Ma che cosa accade al cuore di chi ha questa anomalia genetica?

«Si forma nel tempo e probabilmente per insulti passati inosservati del tessuto cicatriziale, laddove ci sono i comandi elettrici del cuore, il che può far scattare il cortocircuito che ferma il cuore. Per salvare la persona colpita occorre rapidamente far ripartire il cuore » .

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