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Nella lunga intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, Christian Eriksen parla dell'importanza di Romelu Lukaku nel sistema di gioco dell'Inter. Inoltre il danese aggiorna i tifosi sui suoi progressi con l'italiano. "Non avevo dubbi su Romelu neanche in Premier, ma nel nostro sistema lo considero il centravanti migliore che ci sia. È impressionante, ma ora è diventato ancora più dominante di prima. Meglio averlo come compagno che contro...".
Perché in Inghilterra tanti calciatori importanti si sono pronunciati sulla Superlega e in Italia nessuno?
«È un progetto di cui nessun giocatore sapeva niente e che in due giorni è finito, quindi è difficile farsi una idea. Come calciatore devi rispettare il club in cui ti trovi, e il club a sua volta deve rispettare i tifosi e tutta la gente coinvolta. Semplicemente, non avevamo niente da dire perché quella è una decisione di club e proprietari: non so nel futuro, ma al momento non è un progetto sul tavolo».
Come va la vita italiana? Cosa le piace e cosa no della città?
«Cibo e tempo sono molto migliori che in Danimarca e Inghilterra, ovvio. Non mi piace solo una cosa: la pandemia... E quindi non mi sono ancora potuto godere la città come avrei voluto: non vedo l’ora che il Covid sparisca per diventare un vero milanese. Da Brera mi muovo a piedi, è una location perfetta per due bambini, ma anche per andare dal panettiere, per fare compere, per un giro al parco. In centro non serve la macchina».
E come vanno le sue lezioni di italiano?
«Le parolacce sono le più facili da imparare, ma inizio a conoscere sempre nuove parole. L’ultima è stata “punto interrogativo”. Se mi parlate piano, inizio anche a comunicare. Certo, non sono ancora in grado di seguire un film in italiano, ma tanto vedo solo tv per bambini e calcio...».
Da buon danese è appassionato di Lego: ne sta facendo qualcuno al momento?
«Vorrei farne uno a forma di scudetto! Quando ero piccolo ne facevo tantissimi, come tutti i bambini del mio Paese, poi con il lockdown ci si annoiava in casa e ho ricominciato. Ora li faccio con i miei bambini anche se, con loro attorno, non è facile finirli».
Che cosa ricorda di quelle vacanze ricorrenti da bambino sul litorale di Jesolo?
«Andavo in un camping a Cavallino, partivamo in camper dalla Danimarca! Ci sarò andato 14 o 15 volte e a quei tempi la A la vincevano sempre Milan o Juventus. Adesso sarebbe bello tornarci con lo scudetto».
Per chiudere, conosce Amleto, il principe danese in cerca di sé...?
«Sì, ma non ci assomiglio. Io so chi sono, nell’Inter e anche fuori: sono Christian Eriksen e questo mi basta».
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