Eriksen operato al cuore, ora due scenari: “Futuro all’Inter a rischio”
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Giornata ricca di novità ed emozioni quella di ieri, per il trequartista danese e per la nazionale: cos'è successo e cosa può accadere in futuro
Alessandro Cosattini
LA GIORNATA
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Sono ridotte le chance di rivedere in campo Christian Eriksen in Serie A, con la maglia dell’Inter. È stata una giornata ricca di novità ed emozioni quella di ieri, per il trequartista danese e per la sua nazionale, che è scesa in campo alle 15 contro il Belgio di Romelu Lukaku, grande amico di Chris (oltre che compagno in nerazzurro). Dall’annuncio in mattinata, con la necessità di installare un defibrillatore sottocutaneo, all’operazione e ora l’incognita futuro. La Gazzetta dello Sport oggi ripercorre quanto accaduto ieri a Eriksen e si sofferma su quello che potrà accadere adesso.
L'INTERVENTO E IL FUTURO
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Come si legge sul quotidiano, “il futuro da calciatore in Italia di Christian Eriksen è seriamente a rischio. Non si può escludere del tutto la possibilità di rivedere in campo il Maestro in Serie A. Ma ad oggi si può dire che le chance sono ridotte. E comunque, nella migliore delle ipotesi, un eventuale rientro non sarebbe realtà prima di diversi mesi, al termine di un processo di nuova idoneità agonistica molto lungo. […] L’intervento è avvenuto ieri. Un intervento considerato di routine, in ambito medico. Ma che cambia per sempre la vita sportiva del ragazzo danese. Oggi, salvo slittamenti non programmabili, Eriksen lascerà l’ospedale di Copenaghen nel quale è ricoverato da sabato scorso e finalmente andrà nella sua casa in Danimarca. Con un compagno di viaggio dentro il corpo: il defibrillatore è una specie di sistema di protezione che regolarizza l’aritmia cardiaca”.
Nessuna diagnosi ufficiale nel comunicato della Danimarca sulle ragioni che hanno portato al malore di Eriksen nella sfida contro la Finlandia di sabato scorso. Ma la rosea prova a fare chiarezza sulla situazione dopo gli esami svolti: “Tutto fa credere che sia stata una miocardite la causa del malore in campo nel match contro la Finlandia, un’infiammazione per la quale però secondo i medici danesi – e alcuni specialisti internazionali da loro consultati – non bastava una cura farmacologica. Da qui la scelta del defibrillatore”.
DUE SCENARI
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Potrà Eriksen tornare a giocare con la maglia dell’Inter? Secondo La Gazzetta, “gli scenari sono due. Va innanzitutto capito se l’impianto del defibrillatore sarà temporaneo o permanente. Nel secondo caso, va esclusa la possibilità di un rientro in campo di Eriksen in Serie A. Ci sono altri calciatori che continuano a giocare, nonostante un intervento simile: l’olandese Blind, proprio ieri sera in campo contro l’Austria, è un esempio. L’Olanda, come pure l’Inghilterra, aprono a questa possibilità. In Italia, secondo il protocollo del Cocis (Comitato organizzativo cardiologico per l’idoneità sportiva) aggiornato nel 2017, l’ipotesi va esclusa: da noi non si può fare uno sport di contatto con un defibrillatore attaccato al cuore. Non è una legge dello stato, ma una indicazione precisa che il sistema sanitario dà attraverso i centri di medicina dello sport. Nel dettaglio del protocollo del Cocis, c’è una parte specifica per i portatori di “ICD”, ovvero il defibrillatore impiantabile che Eriksen ha conosciuto da ieri: in quei casi l’idoneità sportiva dipende «dal tipo di cardiopatia sottostante, dalla presenza o meno di sintomi, dal rischio traumatico e dal rischio intrinseco dello sport praticato». Tradotto: il calcio è tassativamente escluso, l’idoneità viene concessa solo per sport non di contatto, perché proprio un evento traumatico (una gomitata oppure uno scontro di gioco) rischierebbe di causare la rottura del defibrillatore stesso. In casa Inter si può ricordare il caso del senegalese Fadiga, che i nerazzurri bloccarono nella stagione 2003-2004 e che invece continuò a giocare in Premier League”, svela il quotidiano.
NUOVI ESAMI DECISIVI
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Dipenderà tutto dai nuovi esami a cui si sottoporrà però. Il defibrillatore sarà permanente o temporaneo? Ruota tutto attorno a questo. Eriksen lo sa, è stato informato e ha accettato di sottoporsi all'intervento, ora aspetta l’esito dei nuovi controlli, come spiega La Gazzetta: “L’altra via è quella più augurabile per l’Inter e per Eriksen stesso. Il centrocampista tra 4-5 settimane sarà sottoposto a nuovi esami, che stabiliranno se il rischio di aritmia è in qualche modo correggibile. Esami che l’Inter farà svolgere al calciatore a Milano, dove si ripeterà di fatto tutta la procedura medica affrontata in questi giorni al Rigshospitalet. Se così fosse, se il problema si rivelasse momentaneo, il defibrillatore verrebbe tolto. A quel punto, però, si aprirebbe comunque un lungo iter per ottenere una (non facile) idoneità. Servirebbe comunque l’ok di una commissione medica ad hoc, in ogni caso al termine di un processo complicato. E con molti punti critici, che toccano anche la responsabilità a 360 gradi che coinvolge l’istituto di medicina chiamato a concedere l’idoneità al calciatore. […] Christian prima o dopo si porrà un dubbio: val la pena andare avanti? Perché è giusto vedere la questione anche dalla parte del calciatore: cosa vuol fare Eriksen, idoneità o meno? Avrà ancora fame di calcio?”, si chiede in conclusione la rosea.