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Eriksen oggi alla Pinetina. L’Inter conferma la sua linea: decide il giocatore

Fabio Alampi

Il centrocampista danese, tornato ieri in Italia, dopo la visita in sede incontrerà in giornata i suoi compagni di squadra

Prosegue il "tour" italiano di Christian Eriksen: il centrocampista danese, rientrato a Milano dopo il malore accusato a Euro 2020, farà oggi ritorno alla Pinetina per incontrare i compagni di squadra e lo staff tecnico. Così scrive il Corriere dello Sport: "Christian Eriksen è atterrato ieri mattina a Milano, ha incontrato in sede l'ad Beppe Marotta e stamani sarà alla Pinetina per abbracciare i compagni e il tecnico Inzaghi. Non resterà in Italia molto perché il volo privato che ha preso a Copenaghen lo riporterà a casa già stasera o giovedì. In questo momento il centrocampista non vuole farsi vedere in pubblico né ama essere seguito dai media. Vuole continuare a fare una vita riservata anche perché ha capito che non è questo il momento in cui deciderà il suo futuro nel mondo del calcio. Ci vorrà ancora tempo".

"Ieri l'ex Tottenham ha sorriso ed è sembrato sereno quando ha varcato la porta della sede entrando dal garage, in macchina insieme al suo agente, Martin Schoots. Aveva avvertito l'ad Marotta che lo aspettava nel suo ufficio e i due hanno parlato in maniera distesa. L'Inter ha sottolineato nuovamente che non ha intenzione di mettergli fretta e che continuerà a rispettare le sue volontà. Il calciatore, che sta seguendo le prescrizioni e le cure dei medici danesi, ha ringraziato confermando di aver gradito molto l'atteggiamento del club che in queste settimane non gli ha mai fatto mancare il suo affetto".

"Ad Appiano ci sarà anche il professor Volpi, il capo dell'equipe medica dell'Inter, con il quale Christian concorderà il percorso medico da fare. Le tempistiche saranno dettate dal giocatore e non è affatto detto (anzi...) che già domani ci possano essere consulti con specialisti in cardiologia (a Milano e dintorni ce ne sono di fama mondiale e sono già stati individuati dal club) o nuovi accertamenti. Il danese potrebbe chiedere di tornare a farli in un secondo momento sia perché le sue condizioni sono monitorate anche in patria sia perché dal pomeriggio di quel maledetto 12 giugno non sono ancora trascorsi due mesi".