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Eriksen, lo specialista Corsetti: “Può essere aritmia. Il rientro non sarà semplice”

Marco Astori

Le parole del professore: "Se si è trattato di un problema di aritmia, posso dire che non sarà semplice il percorso di ritorno all'attività agonistica"

Roberto Corsetti, direttore sanitario del centro medico B&B di Imola, specialista in cardiologia e medicina dello sport, ha rilasciato un'intervista ai microfoni de Il Giornale. Il professore ha spiegato così successo ieri a Christian Eriksen: «Da quello che hanno mostrato le immagini televisive, è verosimile che si sia trattato di un arresto cardiaco su base aritmica. Tecnicamente è cessata per alcuni secondi la funzione di pompaggio del cuore e questo provoca malore e perdita di sensi. Per riportare l'atleta alla stabilità ed evitare situazioni più gravi, è stato effettuato un messaggio cardiaco e a quanto abbiamo potuto capire anche la respirazione bocca a bocca».

Soccorsi tempestivi, dunque, anche senza l'uso del defibrillatore, rivelano le immagini.

«Ottimi, siamo felici che il giocatore sia tornato cosciente e sia sotto controllo. Questi soccorsi possano essere effettuati nella maniera migliore e con velocità durante gare di calcio o di basket o di pallavolo, con l'episodio che avviene a pochi metri di distanza. Più complicato diventa se un dramma del genere avviene senza un'assistenza così vicina».

Ma come può accadere un fatto del genere a un atleta così controllato a livello medico come il calciatore danese dell'Inter?

«Partiamo dal presupposto che più sale il livello degli atleti, più sale anche il livello dello staff sanitario e quindi un evento del genere è più raro. Dovendo diffondere la verità, bisogna dire che un cuore sano non si arresta, anche a fronte di sforzi impensabili. Un cuore sano non deve e non può produrre o innescare un'aritmia che può portare a una fibrillazione ventricolare. Se degli esami che verranno effettuati nei prossimi giorni, sarà confermata la causa scatenante dell'aritmia, evidentemente qualcosa che non andava c'era».

E di cosa potrebbe trattarsi?

«Si può andare da un tipo di cardiomiopatia genetica a una forma infettiva acuta come la miocardite, ad esempio, ci sono stati in passato casi risolti di questo tipo. Quindi, possono presentarsi eventi improvvisi se le cause non sono identificate o non diagnosticate».

Cosa si può fare per evitare nuovi episodi del genere?

«Sicuramente accertamenti sempre più accurati e mirati, oltre che frequenti. La legge prevede esami specifici ogni anno, diciamo che la frequenza potrebbe essere più ravvicinata, tipo ogni tre mesi».

Eriksen potrà tornare in campo secondo lei?

«Se si è trattato, come credo, di un problema di aritmia, posso dire con molta franchezza che non sarà semplice il percorso di ritorno all'attività agonistica. Mi auguro che non sia così».