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Eriksson: “La mia Lazio una squadra piena di stelle. La Serie A sta tornando grande”

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L'ex tecnico biancoceleste questa sera sarà all’Olimpico per l’ultima partita di questo campionato della Lazio
Gianni Pampinella Redattore 

Sven Goran Eriksson questa sera sarà all’Olimpico per l’ultima partita di questo campionato della Lazio che giocherà contro il Sassuolo. "La società mi aveva già invitato un anno fa, per il derby con la Roma, ma mi ha chiamato di nuovo perché, mi hanno spiegato, allora il saluto era stato improvvisato", dice l'ex tecnico in una lunga intervista a Repubblica.

Eriksson, lei ha rivelato la sua malattia con una serenità difficile da immaginare ma si lascia trasportare dalle emozioni quando scende in campo tra gli applausi.

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«Rimango svedese ma adesso c’è anche un’anima latina dentro di me, perché ho vissuto nei paesi del sud Europa per molto tempo».


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Ora torna in Italia.

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«Una delle mie tante case, dove ho trascorso tredici anni indimenticabili. Da voi si vive molto, molto bene. Non esiste un posto così bello: la gente è simpatica, il cibo fantastico. E il calcio è davvero importante, avete uno dei tornei più prestigiosi d’Europa e del mondo».

Ma non come quando sedeva lei in panchina.

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«Sì, in vetta c’è la Premier League, non la Serie A, come negli anni 80 e 90. Ma il vostro campionato sta tornando grande, lo dimostrano i risultati dei club italiani nelle coppe europee, quelli non mentono mai».

Un altro tecnico italiano, Claudio Ranieri, ha annunciato che non allenerà più un club. E anche per lui la festa non ha conosciuto colori e rivalità. I tifosi sanno riconoscere le persone vere.

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«Un professionista preparato, ma soprattutto un grande uomo. Ci siamo sfidati sul campo ma non proprio ad armi pari: spesso io avevo i giocatori più forti».

Come quelli della Lazio che ha portato allo scudetto: Mihajlovic, Mancini, Veron, Nesta, Simeone, Nedved, Salas.

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«Una squadra piena di stelle. Che però si comportavano sempre bene: tutti lavoravano, correvano l’uno per l’altro. Era un piacere allenarli».

 

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C’è in panchina un nuovo Eriksson?

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«Ci sono tanti bravi allenatori. Con Jurgen Klopp ho scambiato qualche parola quando sono andato a Liverpool. L’ho sempre ammirato per come si comporta in campo e per quello che dice ai microfoni. Ha un’immagine molto forte. E dietro si vede chiaramente una persona speciale».

È pronto per l’omaggio che riceverà all’Olimpico?

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«Ma sono io che devo ringraziare. Queste giornate mi danno onore, mi danno energia, mi danno la vita».

 

(Repubblica)

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