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Una vera e propria macchina da gol, in grado di bucare la porta avversaria di potenza, di astuzia, di piede, di testa. Segnali già emersi in passato, in particolar modo nella scorsa stagione in U17, quando trascinò i nerazzurri di Polenghi fino alla finale del campionato di categoria, poi persa contro la Roma: 15 centri complessivi, di cui 3 nella fase finale. In mezzo, l'esordio da sotto età in U18, bagnato con una doppietta in poco più di 30 minuti.
L'Inter e il suo futuro
—Tifoso nerazzurro fin da bambino, per Lavelli il calcio è una questione di famiglia: la passione per il pallone gli è stata trasmessa dal nonno; suo padre Diego ha giocato tra Serie C e categorie inferiori negli anni Novanta e oggi ricopre il ruolo di osservatore; suo fratello Nicolò, classe 2009, gioca nella Pro Sesto. Dopo aver mosso i primi passi con la Vibe Ronchese ed essersi formato nei settori giovanili di Monza e Renate, Matteo ha coronato il suo sogno ed è approdato finalmente all'Inter, dove continua a dimostrare le sue qualità stagione dopo stagione.
Entrato a far parte della scuderia di Beppe Riso, Lavelli non ha ancora firmato il suo primo contratto da professionista. Una situazione che, la scorsa estate, ha rischiato di portarlo via da Milano: gli interessi non mancavano di certo, dall'Atalanta al Genoa, passando per l'estero (Francia e, soprattutto, Olanda). Alla fine ha prevalso il cuore, e Matteo è rimasto in nerazzurro. La questione, tuttavia, andrà risolta quanto prima: la volontà di tutte le parti coinvolte è quella di proseguire insieme, tocca ora alla società presentare un progetto di crescita adeguato per un ragazzo che non vuole smettere di migliorare.
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