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Salvatore Esposito ha il calcio nel sangue. Suo padre Agostino ha giocato nella Juve Stabia, mentre suo fratello Sebastiano, in forza al Basilea, in questi giorni è in ritiro con la Nazionale Under 21 e anche l’altro fratellino, Francesco Pio, milita nelle giovanili dell’Inter. “Abbiamo avuto la fortuna di avere un campetto sotto casa e questo ci ha aiutato molto. Chi è il più forte tra di noi? Quello piccolo, si dice sempre quello piccolo…”. Il centrocampista classe 2000 della Spal, che si ispira da sempre a Daniele De Rossi, ha preferito andare a farsi le ossa in Serie C anziché giocare in Primavera: “Sentivo l'esigenza di andare a giocare imparando il sacrificio e il lavoro quotidiano. Nelle Primavere sei più coccolato, mentre andando fuori ti costruisci un’esperienza diversa, molto formativa”. E adesso è arrivato in Nazionale, dove può studiare da vicino quei campioni che fino a poco tempo fa ammirava in Tv: “Nei primi due giorni ho visto Jorginho, che è un giocatore formidabile, così come Cristante e gli altri centrocampisti. Per me stare a Coverciano è motivo di orgoglio, voglio imparare da questi giocatori qui. Spero nell'esordio, sarei nel caso il più felice del mondo, ma non mi aspetto nulla”. E intanto ringrazia Mancini: “Siamo fortunati ad avere un Ct come lui, è l'unico ad aver messo gli occhi sui giovani in questo modo e questa cosa può far suonare un campanello d'allarme perché sono davvero pochi i giovani che giocano in Serie A. La cosa più importante per un giovane è la fiducia, il fatto di poter sbagliare è fondamentale”.
(figc.it)
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