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Ora ha rapporti con Nicolò?
—«Non più, ma sento a volte la mamma: “Come va”. Cose così».
Suo zio ha detto che lei è stato malmenato per le scommesse.
«L’ho sentito in tv. Ma stiamo scherzando? Non mi ha mai picchiato nessuno e nessuno mi ha mai mandato in coma, soprattutto. Altrimenti esisterebbe un referto, no?».
Lei conosce Fagioli e Tonali?
—«No. Mai visti né sentiti».
Perché i calciatori scommettono? Per noia?
—«Non lo so, dipende da come sono le persone, ma può succedere a tutti i giovani»
È’ vero che le piacerebbe allenare le giovanili?
—«Mi piacerebbe restare nel mondo del calcio. Forse ho trovato una soluzione, ma non voglio parlarne».
Si dice che lei fosse una promessa da ragazzo.
—«Sono stato sfortunato. Mi sono rotto il ginocchio due volte, ma devo assumermi anche le mie responsabilità. Non ero un professionista esemplare: uscivo la sera, mi divertivo. Non voglio dare la colpa solo alla sfiga, ci ho messo anche del mio. Ai tempi del Triplete di Mourinho ero in Primavera e qualche volta venivo aggregato alla prima squadra, ma erano altri tempi. Io adesso sono devastato».
Ha mai conosciuto Corona?
—«Mai, ma per favore basta con le domande. Sono troppo distrutto per risponderle».
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