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Samuel Eto’o, nel corso di una serata di gala organizzata per il progetto ‘Operation Yellow Whistle Blower FC’, che mira ad aiutare le vittime del gruppo terroristico Boko Haram, ha rilasciato una bella intervista a RMC Sport. L’attaccante camerunense, oltre ad esporre i dettagli del suo importante progetto, ha parlato anche di calcio.
Questi i suoi pensieri, a cominciare dalla sua nuova avventura con l’Antalyaspor: "Come mi sento? Ho sempre un grande piacere nel giocare a calcio. Il calcio non ha memoria, perciò fino a quando si ha la possibilità di esserci e stare lì, dobbiamo continuare a dimostrare di poter fare ancora meglio. Ho lo stesso desiderio di giocare del primo giorno. Più sei vicino alla fine, più vuoi godere di quei piccoli momenti che ti rimangono".
In quale squadra hai avuto più piaceri nella tua carriera?
"A Maiorca perché ero giovane (dal 2000 al 2004, ndr). Sono arrivato in questo bel mondo, ho voluto sfidare i migliori e mi hanno dato l'opportunità di essere il n° 1. Con i miei compagni di squadra, abbiamo fatto grandi cose. Poi c’è il Barcellona, dove ho guadagnato molti più trofei. Ma è più facile vincere a Barcellona che a Maiorca, dal momento che ero circondato dai migliori giocatori del mondo".
Quale giocatore ti ha colpito di più nella tua carriera?
"Iniesta è il giocatore che mi ha impressionato di più. Interpreta troppo bene il calcio, lo rende così facile. E’ fantastico vederlo giocare. C'è un altro giocatore africano che amo, è Yaya Toure. Al suo arrivo a Barcellona, è stato incredibile".
Qual è l'allenatore che ti ha colpito di più?
"Luis Aragones. Pace all'anima sua. Ho anche un ottimo allenatore all’Antalya, Yusuf Simsek. E’ un allenatore che dobbiamo tenere d’occhio, credo che scriverà una bellissima parte della storia del calcio".
Mourinho al PSG? Come lo vedi?
"Non credo che la notizia sia vera. Non vedo Josè Mourinho a contattare il PSG. Mourinho può salvare qualsiasi club. Lo ha fatto in passato e potrebbe ancora farlo. Non credo che lascerà il Chelsea. Io penso che possa aiutare il suo club a riorganizzarsi per ottenere ottimi risultati".
Ti sei riconciliato con lui, che espresse dubbi sulla tua età reale quando ti allenava al Chelsea?
"José ha sbagliato, ma io non voglio biasimarlo per sempre. Ne abbiamo parlato ed è passato. Se fossi arrabbiato con tutte le persone che mi hanno fatto qualcosa di poco corretto, sarei arrabbiato con molte persone. Si provano un sacco di emozioni nel calcio, e a volte si dicono cose che poi rimpiangi. E’ successo anche a me prima".
Il PSG può vincere la Champions League quest'anno?
"E' un mio desiderio. Grandi giocatori, come Zlatan, scrivono la storia perché si prendono la responsabilità di prendere la loro squadra e portarla alla vittoria finale. Ma questo non è mai fatto senza l'input della squadra. Ci saranno partite in cui Zlatan dovrò decidere di salvarci. Ma lui non ha bisogno che altri si assumano le loro responsabilità. Nessuno può negare che Zlatan sia un grande giocatore che, oltretutto, gioca nella mia squadra del cuore. Possiamo solo supportarlo".
Il PSG è la tua squadra del cuore?
"Sì, dai giorni in cui il grande George Weah ha giocato lì".
Hai avuto la possibilità di giocare nel PSG un giorno?
"Ho avuto l'opportunità quando l'allenatore Luis (Fernandez) era ancora nel PSG (1994-1996 e poi 2000-2003). Mi vedevo come giocatore del PSG. Prima dell'arrivo di Zlatan (nel 2012) più volte ho parlato con "Leo" (Leonardo, allora direttore sportivo) per venire qui, ma non è successo. Non ho rimpianti legati alla mia carriera. Se avessi giocato nel PSG, sarei stato molto felice. Io resto un tifoso. Per noi africani della parte francofona, quando guardiamo all’Europa, pensiamo prima alla Francia. E con tutte le grandi cose che George Weah ha fatto al PSG..."
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