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Europa League fondamentale per il brand e per gli sponsor. Non è una miniera d’oro ma…

Riccardo Fusato

Partecipare all'Europa League potrebbe essere il classico paradosso

Partecipare all'Europa League potrebbe essere il classico paradosso. Motivo? Semplice.  In attesa delle cifre ufficiali di questa stagione (l’Inter arriverà a incassare da Nyon 6-7 milioni: 3,3 grazie ai risultati più il market pool), l’Europa League non può essere considerata una miniera di soldi come la Champions. Il Liverpool finalista nel 2016, grazie al market pool, ha avuto un assegno da 37,8 milioni, ma tutte le altre che sono arrivate ai quarti o alle semifinali si sono attestate tra i 12 e i 20 milioni (15,7 la Lazio, 12,5 il Napoli, 11,1 la Fiorentina). Giocare in Europa però vuol dire tanto per il valore del brand: la prossima sarà la sesta stagione di fila dell’Inter fuori dalla Champions e il danno d’immagine è importante. Restare fuori anche dall’Europa meno nobile sarebbe un’ulteriore botta. Soprattutto per gli sponsor, attuali e papabili. Per non parlare di Suning e delle sue ambizioni di vincere in fretta un trofeo.

(Corriere dello Sport)