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Pubblico all’Europeo, l’Italia ha dieci giorni per chiarire i dubbi

La Uefa chiede di quantificare il numero degli spettatori che potranno accedere all'Olimpico per le gare dell'Europeo

Andrea Della Sala

Il Governo Italiano ha dato l'ok all'ingresso del pubblico, come da richiesta Uefa, per il prossimo Europeo. Ora rimangono 10 giorni per indicare il numero di spettatori che avranno accesso all'Olimpico per le partite contro Turchia, Svizzera e Galles e per il quarto di finale.

"Ieri la Uefa ha dato i numeri, si fa per dire, dividendo in qualche modo fra promossi e rimandati. Da una parte le otto città che hanno già indicato la capienza «distanziata» per i loro stadi: San Pietroburgo, Baku, Amsterdam, Copenaghen, Bucarest, Glasgow, Budapest e naturalmente Londra, sede di semifinali e finale. Dall’altra le quattro che ancora non sono riuscite nell’impresa. Roma (con la «disponibilità» del ministro della salute Roberto Speranza) e Monaco di Baviera (dove il land ha detto sì ma manca ancora il via libera del governo centrale) sembrano comunque più avanti di Bilbao e Dublino, che appaiono, a sentire le stesse federazioni calcistiche, vicine alla resa. Fatto sta che i tempi si stringono: la scadenza per le città è stata fissata per il 19 aprile, il giorno dell’esecutivo Uefa, «per fornire ulteriori informazioni sui loro piani e in quella data verrà presa una decisione finale».

Eccoci allora tornare al bivio. Che è illustrato praticamente da una parola: «disponibilità». È stata usata dal ministro della Salute Roberto Speranza nella sua lettera alla Federcalcio sulla possibilità di avere il famoso 25 per cento di capienza, la soglia fissata dall’Uefa. E la stessa parola ha usato il Cts, con la nota però che «al momento non è possibile confermare gli incontri in presenza di pubblico». Bisognerà interrogare la curva del contagio e l’andamento delle vaccinazioni. Non c’è troppo tempo per farlo. Ieri Gravina si è sentito con la sottosegretaria Vezzali e con Speranza, nei prossimi giorni ci sarà un incontro fra Federcalcio e Cts per la definizione di un protocollo. La Uefa rispetterà tutte le scelte degli scienziati sulle modalità di ingresso (pass vaccinale, app, tamponi) allo stadio", spiega La Gazzetta dello Sport.

"Il traguardo è fissato a quota 16-17mila spettatori, un quarto della capienza dello stadio Olimpico. Ma l’altra cifra chiave è quella dei 60 giorni che mancano, il tempo per immaginare un’Italia in piena ripartenza come indicato dallo stesso premier Draghi. Anche il Coni «tifa» per l’Europeo, ma Giovanni Malagò sottolinea un altro dato: «Non è un discorso Europeo sì e tutto il resto no. Ci sono tantissime manifestazioni da qui all’estate». Insomma, il grande calcio non deve essere l’unico campo della ripartenza. E il discorso non vale solo per i grandi eventi, ma anche per lo sport diffuso, quello di tutti i giorni, messo in ginocchio dalla pandemia", sottolinea il quotidiano.

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