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Gianfelice Facchetti, con il libro dedicato al papà Giacinto, non ha solo messo ordine tra i ricordi, ripassato il bello della vita, soppesandolo e fermandolo su queste pagine, ma ha anche vinto il premio Bancarella Sport 2012. Un premio, oltre che al contenuto, anche allo stile. Nell'intervista alla Gazzetta dello Sport Gianfelice racconta qualche aneddotto interessante, che potrete leggere in "Se no che gente saremmo". Il titolo doveva essere in principio "Qualcosa che resta", ma quello definitivo é decisamente più azzeccato.
Insieme ai ricordi di figlio ci sono anche quelli inediti, della gente comune che lo aveva amato. "Come quei tifosi avellinesi di Montella, che qualche anno fa andarono ad Appiano per vedere un allenamento dell'Inter. Pioveva e c'era un sacco di fango. Mi hanno detto che alla fine papà, che era già presidente, mentre stava uscendo in auto dal centro si fermò, scese e in mezzo alla melma li raggiunse per saltuarie ringraziarlo. "
e poi ancora. "Leo, il figlio di Armando Picchi, mi ha detto invece che mio papà andò da lui quasi per scusarsi dopo aver visto una cartolina celebrativa in cui veniva definito "Facchetti, Capitano della Grande Inter". Che invece era proprio Picchi. E poi ci sono un sacco di testimonianze d'affetto trasversali. Tifosi milanisti o juventini che si complimentavano con me. O che, come un cioccolataio juventino di Modica, é uscito per regalarmi un sacchetto di dolci dopo aver scoperto chi fossi."
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