Gianfelice Facchetti, figlio dell'indimenticato ex calciatore e presidente dell'Inter, ha parlato ai microfoni di Sky Sport del derby di questa sera che vale l'accesso alla finale di Champions League: "L'Inter ha fatto una partita pressochè perfetta all'andata, si ripresenta uno scenario identico a quello dei quarti. Dovrà avere la stessa concentrazione e la stessa attenzione, e non mettersi in una condizione di attesa. Una partita che va giocata in qualsiasi condizione, subito, dall'inizio, e far sentire di esserci. Serve temperamento e volontà di fare quest'ultimo passo, resettare e ripartire. Autolesionismo Inter? Penso che a volte si sia ricamato fin troppo su questa cosa. Se guardo la storia dell'Inter sui 115 anni è una storia fatta anche di grande regolarità.
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Facchetti: “Papà avrebbe apprezzato questa Inter. Inzaghi pronto, merita di…”
Inzaghi, a dispetto di fin troppe parole spese sul suo conto, e in un momento storico non semplicissimo, con l'Inter che ha dovuto ridimensionarsi e perdere i pezzi migliori, e in una stagione particolare con i Mondiali, a volte il fatto di non alzare la voce e di non darsi tante arie lo fa passare per meno di quello che è. Ha dimostrato in 2 anni di saper portare a casa dei risultati, ha tenuto l'Inter a un livello di competitività. Quest'anno bisogna fare i complimenti al Napoli che ha sbaragliato la concorrenza di tutti, inclusi i campioni d'Italia in carica. Inzaghi, negli appuntamenti significativi, si fa trovare sempre pronto: credo che gli si debbano riconoscere dei meriti, e soprattutto dargli la possibilità di guidare l'Inter in santa pace, cosa che per tanti mesi non gli è stato permesso".
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"Il Milan? Spero che non abbia un approccio diverso rispetto all'andata e che non faccia tesoro dei suoi errori! Forse sottolinerei il merito dell'Inter di essere partita forte e decisa all'andata, probabilmente il Milan non se lo aspettava: ha tolto ogni possibilità di reazione. Lascerei ai cugini i rimedi, magari da domani. Leao? Un campione, e non lo scopro di certo io. Le grandi competizioni ti mettono di fronte grandi talenti, qualunque fosse stato il nostro avversario. Un filo di tensione c'è, è una gara di ritorno, decisiva, ma trasformerei la tensione in emozione di poter ricucire uno strappo lungo 20 anni, da quella semifinale del 2003, quando ci castigarono con 2 pareggi. L'emozione deve essere la possibilità e la consapevolezza di poter mettere a posto una cosa nella nostra storia calcistica. Pioli? Un buon allenatore. Da noi è stato poco tempo, ha fatto un percorso serio arrivando a vincere un campionato. Una volta diceva di essere interista, poi l'ha rinnegato...".
"Credo che vada sottolineata una volta di più quanto San Siro abbia regalato agli appassionati. Tra settimana scorsa e stasera San Siro vince: non ne sarebbero bastati 5-6 per contenere tutti i tifosi che sarebbero accorsi per vedere questa sfida. La città dal punto di vista calcistico si riunisce, bisogna dire grazie a San Siro. Non è lungimirante tenere in sospeso la questione: bisogna trovare una soluzione per la città, per i club e per gli amanti del calcio. Il mio momento iconico? Sono fortunato perchè ne ho tanti. Se ne dovessi scegliere uno direi quando l'Inter ha compiuto 100 anni, che ho avuto il priviliegio di poter dare il via ai festeggiamenti leggendo un monologo dalla pancia di San Siro, con 80.ooo persone.
Mio padre? Complessivamente ha segnato 64 gol, in questo calcio ci starebbe, ma egoisticamente parlando starebbe meglio qui tra noi. L'assenza in certi momenti fa più effetto. Quella di Dimarco è sicuramente una delle storie più belle: un ragazzo cresciuto nel settore giovanile, che ha fatto il percorso che aveva fatto mio padre. Papà avrebbe apprezzato molto questo connubio tra italiani e stranieri. Tra i nostri italiani c'è molta personalità, tanto attaccamento: mi fanno impazzire i vari Bastoni e Barella. Ma abbiamo personalità importanti anche tra quelli con qualche anno in più, che stanno portando maturità ed equilibrio: penso a Dzeko, a Mkhitaryan... Barella? Qualche gesto di stizza ci sta, glielo perdoniamo visto che corre sempre come un pazzo, dà l'anima, non si risparmia mai. Spero che questa pazienza stia per essere premiata, ma intanto dobbiamo stare tutti prudenti e rilassati: i nostri ragazzi faranno altrettanto e se la giocheranno, non facciamo prendere dalla tensione perchè non serve".
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