Facchetti: “Scusate se rido ma qualcosa non torna in questa faccenda del nuovo San Siro”

Gianfelice Facchetti si è espresso in merito al dibattito relativo a San Siro e in generale alla crisi del calcio italiano: "Un po' me lo aspettavo che dopo giorni di parole al vento sui Mondiali ciccati come un tiro a porta vuota, si tornasse a parlare di me, lo stadio vecchio e la storia come colpa! Nessuno stupore per carità, come se non conoscessi l'italiano medio che tifa azzurro a singhiozzo... L'Italia del resto è il Paese del singhiozzo istituzionalizzato, tutto è a intermittenza, quasi civile, quasi democratica, quasi sportiva. E quasi moderna, quando e come decide Lei, in tempi certi of course. Scusate se rido ma qualcosa non torna in questa faccenda del nuovo San Siro. Prima il Comune di Milano delibera il pubblico interesse sulla base di un progetto che non c'è, poi costretto al dietrofront decide che si deve fare il dibattito pubblico, infine deve tener buoni i club che minacciano di andare se non ci saranno tempi certi. Bene, quali sarebbero queste scadenze in un calcio che vive alla giornata? Di cosa parliamo in un calcio che fa e disfa dalla mattina alla sera senza rendere mai conto ai tifosi? Quello che è accaduto purtroppo, è che a furia di leggere fesserie sui giornali tanti tifosi si sono convinti che lo stadio sia l'unico ostacolo verso una gloria certa. Non la precarietà dei fondi, non la speculazione, non la mediocrità. Tanta è la confusione sotto il terzo anello, si mette tutto insieme, lo stadio di Milano e quello di Palermo, e si tirano conclusioni insensate in nome del progresso. Ditelo in giro, l'Italia non si è qualificata ai Mondiali per colpa di San Siro, ripetetelo anche voi in coro con banchieri e manager: a un certo punto ve ne convincerete! "PORA ITALIA, sempre in prima fila quann finiss la bataglia!"