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Della questione stadio e dell'idea di Inter e Milan di voler demolire il Meazza ha parlato Gianfelice Facchetti, figlio del grande Giacinto:
«Non è la parola “demolizione” che mi mette a disagio, né il fatto che così non resterebbe neanche un pezzo simbolico, romantico, del vecchio stadio. Ciò che mi fa male è rinunciare quasi a partito preso, senza considerare altre strade, all’idea di preservare per intero San Siro e, magari, di continuare a giocarci dentro».
«Capisco le esigenze della società, ma vedo nel comune un atteggiamento un po’ furbo e ondivago: avalla l’operazione senza volere che passi questo messaggio... Mi chiedo perché non ci sia stato un dibattito serio, con numeri e dati, sulla possibilità di ristrutturare il vecchio San Siro. E mi stupisce che non si pensi ai tanti tifosi delle due squadre che, in un impianto più piccolo, anche se più moderno, finirebbero per restare fuori. Alcuni parlano di iter lento, ma per me è stato fin troppo sbrigativo... E poi, scusatemi, che fine ha fatto il can can su Sesto?».
«Il Milan è già americano e forse un giorno, chissà, lo sarà anche l’Inter. Proprio gli Usa ci hanno insegnato a pensare in grande e, adesso che ci sono loro, noi cambiamo per fare qualcosa di più piccolo? Proprio mentre la gente dimostra di volere partecipare e riempire quel luogo lì, non altri».
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