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NAPLES, ITALY - JANUARY 25: Nicolo Fagioli of Juventus during the Serie A match between Napoli and Juventus at Stadio Diego Armando Maradona on January 25, 2025 in Naples, Italy. (Photo by Daniele Badolato - Juventus FC/Juventus FC via Getty Images)
"Essere un calciatore e avere tanti soldi non è un fattore di protezione, ma di rischio. I 12 calciatori emersi dall'indagine sono solo la punta dell'iceberg. Dei 500 calciatori di Serie A, credo che almeno 100-150 siano in questa situazione". Lo afferma in un'intervista al QN Paolo Jarre, terapeuta del calciatore Nicolò Fagioli, e tra i massimi esperti italiani sulle tematiche legate all'azzardo patologico.
"I maschi fra i 18 e i 25 anni rappresentano la fascia di popolazione più a rischio per gioco d'azzardo tramite scommesse sportive - afferma - . Altri fattori di rischio per questi ragazzi, spesso poco acculturati, sono il tanto tempo libero, i tanti soldi e la mancanza di interessi diversi dal calcio. Con gli smartphone, poi, l'azzardo è in tasca 24 ore su 24. Vincere o perdere non conta, chi gioca d'azzardo insegue lo stato di ebbrezza determinato dalla giocata".
"La noia è un fattore molto importante, soprattutto per ragazzi che non hanno sperimentato la piacevolezza dell'attesa perché tutti i loro bisogni sono stati soddisfatti prima ancora di trasformarsi in desideri - prosegue -. Nell'ambito di una vita emotivamente piatta, puntare, aspettare quei minuti per avere l'esito, perdere, riprovare, produce in loro un'altalena emotiva a cui non sono abituati e che dà dipendenza.
Una dipendenza da dopamina innescata dall'attesa: l'incertezza è un motore potente che determina una cascata dopaminergica". "La notorietà rende più difficile rivolgersi ai servizi pubblici. Si sentono maggiormente sottoposti a un pregiudizio morale. Ma si tratta di persone con le loro vulnerabilità. Il più delle volte quando arrivano a chiedere aiuto, ormai hanno alle spalle grossi guai sul piano economico e finanziario ma anche relazionale".
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