Il centrocampista bianconero ha già parlato con il procuratore federale Chinè: l'obiettivo è quello di avere una pena più leggera
Il caso scommesse continua a far discutere. Repubblica parla dei rischi che corrono non solo i responsabili delle puntate illegali, ma anche coloro che sapevano e non hanno denunciato: "Per il codice di giustizia sportiva chiunque venga a sapere di un giocatore o una società che abbia scommesso o stia per farlo, ha l'obbligo di informare "senza indugio", specifica il codice, la procura federale. Per chi non lo fa, la sanzione è pesante: non meno di sei mesi di squalifica. Insomma, l'omertà che spesso regna negli spogliatoi e tra compagni, può costare caro, in un caso come questo.
Ma se i protagonisti faticano a esporsi e preferiscono tacere, le chat continuano a essere rivelatrici. Da quegli scambi di messaggi emergerebbero i nomi di altri due giocatori della Juventus, giovani e stranieri. E i dialoghi con Zaniolo e Tonali: che giocassero a siti illegali è certo, meno che si limitassero a casinò online, poker e blackjack. Nelle conversazioni la polizia ritiene di aver trovato elementi che lasciano pensare agli inquirenti che anche i due azzurri partecipassero alle puntate sul calcio. In attesache siano i loro dispositivi, sequestrati giovedì a Coverciano, a parlare e a fornire elementi definitivi. Ci vorrà del tempo per completare l'esito degli accertamenti sui dispositivi mobili dei due, che restano indagati per esercizio abusivo di attività di gioco o di scommessa. Ancora, in ogni caso, i pm non hanno richiesto di ascoltarli, motivoper cui i due sono già di ritorno in Inghilterra per raggiungere le loro squadre, Newcastle e Aston Villa.