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In tanti si son sempre domandati: cosa è il Fair Play Finanziario e quali sono i suoi dogmi? Eccoli nel dettaglio:
Biennio 2011/13: è stata consentita ai club europei una perdita totale fino a 45 milioni di euro.
Triennio 2011/14: perdita totale non oltre i 45 milioni di euro.
Trienni 2012/15, 2013/16 e 2014/17: perdita totale fino a 30 milioni di euro.
Attualmente l’Uefa consente uno scostamento negativo non superiore ai 5 milioni di euro, mentre se si arriva a perdite di 30 milioni di euro nell’arco di un triennio (in media 10 milioni di euro a stagione) i proprietari dei club vengono invitati a ripianare con mezzi propri. In caso di superamento di questo limite scatta l’infrazione e l’Uefa invita il club ad un settlement agreement (accordo transattivo) nel triennio successivo. Ecco invece gli adempimenti fondamentali richiesti dall’Uefa per non incorrere in sanzioni.
1) Going concern: ovvero dimostrare che la società presenta una continuità aziendale solida.
2) Negative equity: un patrimonio netto (differenza tra il totale delle attività e delle passività) non negativo.
3) Break-even results: bilancio in pareggio.
4) Overdues payables: l’assenza di debiti scaduti verso altri club, tesserati e istituzioni fiscali/ previdenziali.
L’Uefa può chiedere altre informazioni per la valutazione del bilancio del club se l’indebitamento finanziario netto è superiore ai ricavi (escluse le plusvalenze) e se il costo del personale (stipendi di giocatori e altri dipendenti) è superiore al 70% delle entrate (sempre escluse le plusvalenze).
(Corriere dello Sport)
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