Alessandro Barbano, nel ssuo editoriale per il Corriere dello Sport, ha analizzato il successo dell'Inter sulla Juventus: "Possiamo intuire cosa pensi Antonio Conte, che è notoriamente un libro aperto. La sua felicità non dipende solo dal fatto di aver stravinto e aver raggiunto, almeno per un giorno, i rossoneri. Ma dall'aver visto che l'Inter finalmente ha imparato a giocare a suo modo: con quel modulo che lui non vuol chiamare contropiede, ma che contropiede è. Fatto di un pressing oculato e non dispendioso, di ripartenze e cambi gioco rapidissimi, di verticalizzazioni ficcanti, dove la velocità e l'agonismo fanno la differenza. E l'hanno fatta ieri, in una gara tatticamente povera. Dove troppo presto il centrocampo ha smesso di essere il laboratorio delle idee per diventare una frontiera aperta a tutte le incursioni. Soprattutto quelle di Hakimi e Barella.
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Il talento cagliaritano è il motivo di maggior soddisfazione per Conte: non solo per la sua capacità di sgusciare agli avversari, trasformando l'uno contro uno in una galoppata irrefrenabile, ma per la concretezza con cui finalizza le azioni, tanto con assist mirati, quanto segnando con freddezza. A dispetto dei suoi 23 anni, Barella è un giocatore maturo come se ne vedono pochi nel campionato italiano.
[...] Nell'asimmetria delle due velocità, c'è la diversa fame di scudetto delle rivali del derby d'Italia, e anche lo specchio di due cicli: uno che inizia, l'altro che forse sta per chiudersi".
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