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Federico Meazza: “Nuovo stadio a San Siro buona soluzione. Curioso che…”

Meazza Inter
Le parole del nipote di Peppino Meazza a cui è intitolato l'impianto attuale in zona San Siro
Daniele Vitiello Redattore/inviato 

Federico Meazza, nipote del leggendario Giuseppe a cui è intitolato lo stadio di San Siro, vive a Madrid ormai da tanti anni e sta seguendo a distanza la querelle relativa al futuro della Scala del Calcio. Lo ha fatto in una intervista concessa a TuttoSport stamattina:

Federico Meazza: “Nuovo stadio a San Siro buona soluzione. Curioso che…”- immagine 2

Signor Meazza, come sta vivendo e seguendo le vicende attorno allo stadio a San Siro che porta il nome di suo nonno?

"Con grande partecipazione, perché ci terrei tantissimo che lo stadio venisse mantenuto e che non venisse abbattuto come giusto che sia. Certo, dovrà essere rinnovato perché l’attuale impianto necessita di un ammodernamento importante, però vorrei che si restasse con la struttura attuale. Certo, una rimodulazione comporterebbe un’importante riduzione della capienza per un paio d’anni, però garantirebbe il mantenimento dello stadio che rimane un gioiello. Spero che venga percorsa questa strada».


All’estero San Siro è un’icona, ma si tende a fare una distinzione nel nome dell’impianto in base a quando giocano il Milan o l’Inter: che ne pensa?

«Pensate che qua in Spagna dove vivo da tanti anni, gli appassionati di calcio sono fermamente convinti che vi sia questa differenza di nomi ovvero che se gioca l’Inter si chiami “Giuseppe Meazza” mentre se gioca il Milan si chiami “San Siro”. Credo che sia una cosa figlia di un’informazione sbagliata. E io, tutte le volte, devo spiegare che il nome ufficiale è Meazza mentre San Siro è il nome storico. Ma nonostante tutto, non riesco a fargli cambiare idea (sorride ndr). È come se una piazza italiana cambiasse nome in base ai giorni della settimana. È una cosa curiosa».

Milan e Inter hanno avanzato una manifestazione d’interesse per l’acquisto dell’area di San Siro. Uno stadio nuovo accanto a quello attuale sarebbe il male minore per evitare che il derby si giochi in altri comuni?

«Come dicevo prima, io sono un tifoso dell’impianto attuale. Sarei felice se Milan e Inter acquistassero l’impianto evitando di andare via da Milano. Come piano B, se proprio il Meazza attuale dovesse essere demolito, anche in parte, uno stadio accanto a quello storico sarebbe comunque una buona soluzione. Anche perché la zona, ormai, fa parte dell’immaginario popolare milanese, italiano, europeo e mondiale per quanto riguarda il calcio a Milano. E poi il derby a San Siro è una cosa unica, non me lo immagino altrove».

La piacerebbe che l’eventuale nuovo stadio tenesse il nome di suo nonno?

«Ovviamente si».

C’è un ricordo di quando andava a San Siro con suo nonno al quale è legato?

«Io sono interista e c’è un aneddoto divertente, ma per noi nerazzurri anche un po’ amaro. Mio nonno aveva l’abitudine di andare via dieci minuti prima del fischio finale. Eravamo a vedere il derby di ritorno del campionato 1978-79. L’Inter vinceva 2-0 con gol di Oriali e Altobelli, noi andammo via come sempre dieci minuti prima della fine e, purtroppo, dal boato dello stadio fuori avevo capito che il Milan aveva pareggiato in quei minuti (doppietta di De Vecchi con gol all’80’ e all’89’). È una cosa che oggi ricordo sorridendo, ma da bambino mi fece piangere molto. Alla fine di quel campionato, poi, il Milan vinse la stella».