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Milan e Inter hanno avanzato una manifestazione d’interesse per l’acquisto dell’area di San Siro. Uno stadio nuovo accanto a quello attuale sarebbe il male minore per evitare che il derby si giochi in altri comuni?
«Come dicevo prima, io sono un tifoso dell’impianto attuale. Sarei felice se Milan e Inter acquistassero l’impianto evitando di andare via da Milano. Come piano B, se proprio il Meazza attuale dovesse essere demolito, anche in parte, uno stadio accanto a quello storico sarebbe comunque una buona soluzione. Anche perché la zona, ormai, fa parte dell’immaginario popolare milanese, italiano, europeo e mondiale per quanto riguarda il calcio a Milano. E poi il derby a San Siro è una cosa unica, non me lo immagino altrove».
La piacerebbe che l’eventuale nuovo stadio tenesse il nome di suo nonno?
«Ovviamente si».
C’è un ricordo di quando andava a San Siro con suo nonno al quale è legato?
«Io sono interista e c’è un aneddoto divertente, ma per noi nerazzurri anche un po’ amaro. Mio nonno aveva l’abitudine di andare via dieci minuti prima del fischio finale. Eravamo a vedere il derby di ritorno del campionato 1978-79. L’Inter vinceva 2-0 con gol di Oriali e Altobelli, noi andammo via come sempre dieci minuti prima della fine e, purtroppo, dal boato dello stadio fuori avevo capito che il Milan aveva pareggiato in quei minuti (doppietta di De Vecchi con gol all’80’ e all’89’). È una cosa che oggi ricordo sorridendo, ma da bambino mi fece piangere molto. Alla fine di quel campionato, poi, il Milan vinse la stella».
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