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Ferdico (CN): “Come funziona la Curva. Pronta la festa per la 2a stella. Lautaro e stadio…”

Ferdico (CN): “Come funziona la Curva. Pronta la festa per la 2a stella. Lautaro e stadio…” - immagine 1
Intervistato dal Corriere della Sera, Marco Ferdico, portavoce della Curva Nord, ha raccontato aspetti più particolari e 'nascosti' della vita da Curva
Marco Macca Redattore 

Intervistato dal Corriere della Sera, Marco Ferdico, portavoce della Curva Nord, ha raccontato aspetti più particolari e 'nascosti' della vita da Curva e di come si gestisce il tifo più caldo nerazzurro. Ecco le sue parole:

Ferdico (CN): “Come funziona la Curva. Pronta la festa per la 2a stella. Lautaro e stadio…”- immagine 2

Come si finanzia una curva?

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«È totalmente autofinanziata, non c’è nessun aiuto per le coreografie né per quanto riguarda i viaggi in trasferta».

E i soldi che fine fanno?

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«Servono per le coreografie, per pagare gli avvocati, per organizzare le trasferte...».

Quanto costa una coreografia?

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«Quelle grandi, sui tre anelli dello stadio, hanno un costo dai 15 ai 18 mila euro. In un anno possono essere da cinque a dieci, in base alle partite: quasi 200 mila euro».


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La festa per la seconda stella?

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«Per scaramanzia diciamo che non abbiamo ancora preparato nulla».

Il vantaggio è notevole ormai.

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«Diciamo che sarà una giornata di grande festa per tutti gli interisti. Coloreremo la città. La festa poi sarà a fine stagione: tre giorni all’Idroscalo. Ci stiamo lavorando...».

Meglio vincere al Derby o il 5 maggio per togliere i pensieri nefasti legati allo scudetto perso a Roma?

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«Derby, senza dubbio».

E non ci saranno problemi a festeggiare in casa del Milan?

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«Nessuno, vedrete. C’è grande rispetto».

Ma a parti opposte lei andrebbe allo stadio?

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«La curva segue la sua squadra. E la curva del Milan ci sarà».

Ultimi due punti. Se l’anno prossimo si vendesse Lautaro cosa succederebbe?

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«Ogni anno da una grandissima perdita sono uscite delle sorprese. Farebbe male. Ma sono certo che lui al 95% resterebbe, è il nostro capitano, è legatissimo alla maglia. Il bello del gruppo di Inzaghi è proprio questo».

Dalla pazza Inter, all’Inter bellissima di oggi.

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«È un allenatore che ha avuto sempre la costanza di lavorare anche nei momenti difficili, ha saputo dire sempre le parole giuste. Si è creata una stima e un rispetto per l’uomo, ancora prima che per l’allenatore che non ha ricordi, a mia memoria. Se la squadra gioca si impegna, lavora, esce con la “maglia sudata” il supporto della curva ci sarà sempre. Lo abbiamo dimostrato dopo lo scudetto perso dopo la tragica partita di Bologna».

Nuovo stadio, sì o no?

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«Per stare al passo con i tempi direi nuovo stadio. Faccio un discorso aziendalista, non è in dubbio l’amore verso San Siro, ma per il bene dell’Inter».

(Fonte: Corriere della Sera)

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