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Ferri: “L’Inter ha già vinto? Chi lo dice lo fa per un motivo. Conte come il Trap”

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Intervistato da Tuttosprt, Riccardo Ferri mette in guardia chi pensa che la squadra di Conte abbia già vinto il campionato

Gianni Pampinella

La strada è quella giusta, ma per lo scudetto ci sono ancora molti ostacoli da superare. Intervistato da Tuttosport, Riccardo Ferri mette in guardia chi pensa che la squadra di Conte abbia già vinto il campionato. "Quelli che sostengono che i giochi siano chiusi, lo fanno solo per poter poi eventualmente dire: "Vedi l’Inter? Era in testa e ha perso il campionato". La Juve è arrabbiata e il Milan proverà ad accorciare. Io resto fiducioso: Conte è un fuoriclasse e una garanzia in panchina".

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Per un percorso in crescendo.  

«Un lavoro minuzioso, la sua è una squadra concreta, con senso di appartenenza, che non molla mai. L’Inter incarna lo spirito del mister. Nonostante le critiche iniziali Antonio ha guardato sempre avanti». 

Anche voi, nel 1988-89, partiste male con la stagione.  

«Con l’eliminazione dalla Coppa Italia. Trapattoni ci radunò dopo la partita contro la Fiorentina, ci aspettavamo un cazziatone. Invece ci incoraggiò. Disse di aver visto un gruppo diventato finalmente squadra. E che ci saremmo tolti delle belle soddisfazioni. Nessuno lì per lì gli credette. Invece ebbe ragione lui. Crescemmo di settimana in settimana, migliorando in personalità, forza e convinzione. Su questo ci accomuna l’Inter attuale». 

Conte e Trapattoni possono essere comparati? 

«Assolutamente. Il Trap è una persona per bene, oltre un grande professionista a cui potevi confidare qualsiasi cosa. Avevamo un rapporto che andava al di là del campo. Appena diventato padre, mi chiedeva come stesso mio figlio, se mangiasse e dormisse come avrebbe dovuto. Sono i dettagli che fanno la differenza. Uniscono. Caricano. E su questo è evidente come i due mister siano simili». 

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In fascia Brehme e Bianchi, opposti a Perisic e Hakimi. 

«A livello di qualità Brehme era un campione, semplicemente fortissimo. Sulla destra non è semplice. Bianchi a livello tattico era inimitabile. Hakimi sicuramente è più bravo a sfruttare la capacità di inserirsi e a segnare, aiutato anche da una velocità notevole». 

Capitolo centrocampo. Berti, Matteoli e Matthaus vs Barella, Brozovic ed Eriksen.  

«Berti e Barella sono molto simili. Nicola aveva probabilmente meno tecnica, ma maggiore forza fisica. Li accomuna la resistenza e la presenza in ogni spazio del campo. Matteoli rispetto a Brozovic era tecnicamente più forte, col croato che comunque è il focalizzatore del gioco nerazzurro. Un Matthaus manca all’Inter, ma d’altronde parliamo di un Pallone d’Oro. Però Eriksen è cresciuto, ora attendo da lui un ulteriore salto di qualità». 

Chiudiamo con l’attacco: Serena-Diaz e Lukaku-Lautaro. 

«Mi concentro sui due bomber della coppia. Lukaku è più possente di Serena, ma non dimentichiamo che Aldo vinse pure la classifica dei cannonieri. Il modo di giocare è proprio diverso: il belga è più coinvolto nel dialogo con i compagni e parte da dietro per sfruttare la progressione. Serena appoggiava al compagno e pensava subito a chiudere l’occasione gettandosi in area». 

(Tuttosport)

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