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Intervistata dalla Gazzetta dello Sport, Carla Ferreira, figlia del grande Eusebio, racconta perché Inter-Benfica è una partita di famiglia. "È una partita speciale, è storia del calcio e storia di famiglia. Purtroppo la nostra squadra è in una situazione difficile e imprevista, ma darà tutto per provare a eliminare i nerazzurri e centrare la qualificazione. Nonostante lo 0-2 al Da Luz, non considero di certo il Benfica già eliminato".
“La maledizione di Guttmann non esiste! Non è mai esistita! È solo una leggenda, una diceria. Dal 1962 il Benfica non vince in Europa solo perché il rivale di turno, per un motivo o per l’altro, ci è superiore. O magari soltanto per un po’ cattiva sorte. Mio padre, tra l’altro, aveva un’ammirazione enorme per Guttmann, che fu il suo primo allenatore al Benfica. E lo stesso tecnico, quando vide papà al primo allenamento appena arrivato dal Mozambico, esclamò subito: ‘Questo è oro’”.
“Sì, quella sconfitta fu una delusione tremenda: proprio lui mi ha raccontato tante volte del pantano del Meazza, della tristezza del portiere Costa Pereira uscito per infortunio, di Germano messo in porta perché non si potevano fare cambi. Riconosceva la grandezza del rivale, ma ha sempre pensato che in 11 contro 11 ce l’avrebbero fatta lui e i suoi compagni”.
“Lo ha raccontato lui stesso. Era venuto a Milano a cercare casa, l’accordo con il presidente Moratti era fatto, ma poi la chiusura delle frontiere italiane fece saltare tutto. Papà nella sua carriera è stato vicino anche alla Juve e ad altre grandi d’Europa. Mi sarebbe piaciuto crescere in un Paese bellissimo come l’Italia, ma devo ammettere che qui in Portogallo sono stata molto, molto felice. Certo, adesso sarei ancora più facile se questo Inter-Benfica finisse in maniera diversa dal passato. Se la rimonta di Champions venisse completata, magari nel nome di Eusebio”.
(Gazzetta dello Sport)
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