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(Gazzetta dello Sport)
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Nell'ultimo weekend hanno brillato, mettendo in mostra qualità che l'Inter ha intravisto da tempo. Stiamo parlando dei fratelli Stankovic, Filip, portiere in prestito al Venezia, protagonista domenica a San Siro, ed Aleksandar, centrocampista 2005 ora al Sion. Il club nerazzurro li segue non attenzione e non è escluso che possano tornare a vestire la maglia dell'Inter.
"Quel filo che unisce Filip, classe 2002, quel filo lo ha srotolato dalla Laguna. Dopo una vita all’Inter, la gavetta al Volendam e la parentesi alla Sampdoria, si è presentato alla Serie A contro l’Atalanta, domenica 20 ottobre. Una (mezza) responsabilità sul gol di Pasalic e tre (mezzi) miracoli su De Ketelaere, Ederson e Samardzic. A posteriori, davanti al miglior attacco del campionato non ha sfigurato. Promosso. Da lì in poi, la porta del Venezia è diventato affar suo. Monza, Udinese e poi l’Inter. Quest’ultima, la trasferta cerchiata sul calendario con inchiostro indelebile. Il ritorno al Giuseppe Meazza, finito con una sconfitta ma con un bell’8 sulla pagella della Gazzetta per le parate in serie".
"Il fratello Ale, classe 2005, quel filo lo ha preso al volo sulle rive del lago. Contro l’Yverdon Sport, la stella più luminosa del Canton Vaud, ha fatto letteralmente impazzire i tifosi del Lucerna e persino i telecronisti in lingua francese: “C’est magnifique”, hanno commentato. È magnifico. Il primo gol nei professionisti è stato un elogio a papà Deki. La sua mattonella, la loro mattonella. Destro su punizione e pallone all’incrocio, con una semplicità disarmante. Questione di sangue".
"Tra Venezia e Lucerna, più o meno a metà strada, si trova Milano. Quel filo teso da Filip e Ale ha bazzicato per il quartiere Garibaldi, zona Bosco Verticale e piazza Gae Aulenti. Da viale Liberazione, sede dell’Inter, se lo sono visti passare sulla testa. Entrambi, sia Filip sia Ale, sono tuttora legati alla Milano nerazzurra. E magari, un giorno, qualcuno alzerà le braccia per afferrarlo, studiarlo e approfondirlo. Intanto Dejan, per tutti “Deki”, il padre, osserva da Mosca, sponda Spartak".
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