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CorSera – Tre finali perse per il calcio italiano, ma siamo vivi. Inzaghi un gigante

Il calcio italiano si rivela competitivo nonostante tre sconfitte nelle tre finali europee

Né Roma, Fiorentina e Inter sono riuscite a vincere le rispettive finali. I tre club italiani tornano a casa senza nessun trofeo in tasca, ma rimane il grande rammarico per le occasioni sprecate. "A testa alta, ma che zuccata tremenda. Il calcio italiano si rivela competitivo, buono, ottimo, è una firma nel mondo. Dopo Roma e Fiorentina, la prima sconfitta ai rigori dal Siviglia, la seconda domata al 90’ dopo una distrazione alla Italiano contro il West Ham, anche l’Inter alla fine si è dovuta inchinare. Al Manchester City, i più forti, ma in banca, non sul campo. Nel giro di una decina di giorni un triplete negativo nei sentimenti e nella rabbia, ma non nel gioco espresso: il calcio italiano è vivo, combatte, è rispettato, viene elogiato mentre un tempo veniva criticato, persino schifato", sottolinea il Corriere della Sera.

"Fa passare un’ora e mezzo di inferno a una squadra e a una società, il Manchester City, che ha speso una fortuna per portarsi a casa una Champions. Senza meritarla nel suo atto finale, dove un tecnico tormentato e contestato fino all’altro giorno, ha impartito una lezione di calcio a chi è ritenuto libero docente in strategia calcistica. Inzaghi un gigante quanto a intelligenza e preparazione del match dell’anno rispetto a Guardiola. Eppure gli altri ridono e festeggiano, noi piangiamo lacrime amare. Ma questo è lo sport, non c’è nulla da fare".

"Tre finali perse fanno male al cuore, ma sono tre botte di vita per il calcio italiano e naturalmente per Mancini, il ct della Nazionale. Basta però crederci e ripartire da qui programmando progetti tecnici, finanziari e societari. Tradotto: vuol dire rinforzare la squadra, sistemare i conti e costruire stadi. Steven Zhang, presidente dell’Inter, un minuto dopo la bruciante sconfitta ha detto che è già al lavoro. Sempre a Milano Gerry Cardinale, proprietario con idee nuove di un Milan che in Europa è arrivato vicinissimo alla meta finale, è sulla stessa lunghezza d’onda. Se la Milano del pallone pianifica e progetta (anche gli stadi) il calcio italiano vivrà altre finali europee, stavolta vincendole".

(Corriere della Sera)