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Fiorentina, Commisso: “Stadio il mio primo fallimento. Anche a Milano…”

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Le parole del numero uno viola nella conferenza stampa di questo pomeriggio sul tema stadio

Rocco Commisso, presidente della Fiorentina, ha parlato oggi in conferenza stampa. Tema principale lo stadio, alla luce degli ultimi avvenimenti che hanno visto l'esclusione del restyling dal PNRR sovvenzionato con fondi europei e il rinnovo della concessione per l'uso del Franchi nel 2023/24.

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Fiorentina, le parole di Commisso sullo stadio

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Questa la lunga riflessione del numero uno viola: "Non mi sono mai voluto infilare nella politica, figuriamoci a 73 anni. Però dico che politica e burocrazia rovinano l'Italia. Per un progetto come il Franchi entrano in mezzo Comune, Regione, Stato ed Europa... Una cosa così in America non si vede. Lì sono tutte questioni comunali, con l'aiuto di chi vuole a fare nuovi stadi. Qualche giorno fa i Tennessee Titans hanno annunciato che il loro stadio costerà 2 miliardi di dollari, di cui la città darà 1,3 miliardi.

E il vecchio stadio è del 1999. Nell'arco di 24 anni, se ne fa uno nuovo. Negli USA puoi prendere soldi pubblici e gli investitori non pagano tasse su quelli, un beneficio sia per lo Stato che per i proprietari dello stadio. Squadre di calcio, baseball e football sono sempre aiutate perché sanno che altrimenti se ne vanno via, da altre parti. Questa cultura non esiste in Italia.

Lo vediamo anche in altre città, come Milano o Roma, questa è la rovina dell'Italia. Il Franchi è un monumento? Io non credo... Non è all'altezza di Firenze, forse neanche mia. La città è bellissima, lo stadio no. E non ci aiuteranno mai a fare uno stadio come si deve, in tempo, con i costi giusti, e con il controllo. Questo vuole averlo la politica, anche quello sul futuro della Fiorentina. Io devo accettare certe cose ma nessuno mi può dire che non posso parlare.

"Voglio essere rispettoso di chi è stato eletto. Il grande sbaglio è stato che non è iniziata la guerra nel 2019, quando Pessina (il Soprintendente) ci ha detto che il progetto di Casamonti non si poteva fare. Serviva una di quelle guerre in cui nessuno resta vivo. Mi scuserete, ma per me il Franchi non è un monumento. Se dico che è una porcheria mi cacciano, ma ci sono stadi e stadi... Ho visto stadi bellissimi in Turchia e Polonia, perché loro così e noi questo? Dobbiamo rivoluzionare il modo di fare le cose qui- Non so se mi prendono in giro, ma nella mia vita questo è il più grande fallimento. Forse è colpa mia, che ho creduto di poter fare certe cose... Mai sono arrivato a fallire, ho 73 anni, e stavolta è successo".

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