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Tancredi Palmeri, nel suo editoriale per sportitalia.com, ha parlato della questione fischietti a San Siro in occasione di Inter-Roma di domani: "Scegliere di manifestare il proprio dissenso allo stadio, nei confini della civiltà, è sacrosanto. [...] I 50mila fischietti scelti dalla Curva Nord interista per accogliere il ritorno del ‘grande traditore’ (dal punto di vista interista) Lukaku sono sacrosanti. Attenzione, nota molto bene, e per essere sicuro che il messaggio non sia traviato lo riporto in maiuscolo a scanso di equivoci: NON STO DICENDO CHE SIA GIUSTO FISCHIARE LUKAKU. Ovviamente no. Ma qualora la tifoseria interista voglia esprimere la propria critica e protesta - e mi sembra piuttosto evidente che lo voglia, come molto normalmente fa qualsiasi tifoseria nei confronti di un ex che ha lasciato amaramente, figuriamoci poi con la giravolta storica operata da Lukaku - ecco che farlo attraverso i 50mila fischietti è la cosa davvero più civile che sia. Nessun ‘figlio di’ o similari. E soprattutto, che è inutile negarcelo è il rischio più grande, un escamotage utile anche a evitare il rischio che qualcuno si permetta di pronunciare cori razzistici.
La Curva Nord in tal senso ha espresso già un comunicato esplicito nel dire che si eviteranno cori di discriminazione razziale. Ma poi tra la teoria e la pratica c’è una distanza, e soprattutto su 70mila spettatori basta che anche 500 si rendano colpevoli di insulti razzistici e viene giù tutto. Il fischietto invece è molto prosaicamente anche un mezzo per tappare la bocca a chi avesse la malsana idea di gridare ululati razzistici, così eventualmente da veicolare una fischiata unica che annulli ogni pericolo e reprima alla base il rischio. E francamente, è anche la più giocosa: cioè qualcuno sta davvero sostenendo che non si possa fischiare un rivale e sta anche mantenendo una faccia credibile mentre lo dice?".
"Quando durante Inter-Roma si sentirà la fischiata massiccia e sistematica - non so se di 50mila fischietti, ma sicuramente di alcune decine di migliaia - sarebbe un suicidio da parte delle autorità o della terna arbitrale richiedere la sospensione della partita. Detto che è esattamente il tipo di protesta civile che fu adottata degli interisti nei confronti di Ronaldo quando tornò da avversario nel 2007 con la maglia del Milan, e che consentì il regolare svolgimento della partita tanto da permettere a Ronaldo di segnare e al Milan di passare in vantaggio; allo stesso tempo come detto è una assolutamente civile e corretta maniera di esprimere il dissenso, ed è oggettivamente un utile mezzo per evitare cori beceri. Davvero, se a qualcuno venisse la bella idea di vietarlo, sarebbe un irresponsabile suicidio comunicativo".
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