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Quando i fondi di investimento e gli imprenditori americani si sono ritrovati pieni di liquidità, molti hanno rivolto la loro attenzione al football, riconoscendo un'opportunità unica. Avevano due vantaggi significativi: un notevole potere d'acquisto e profondi legami con i settori dei media e dell'intrattenimento. Il football europeo, per questi investitori, spesso assomiglia ai campionati professionistici americani, uno spettacolo commerciale maturo per lo sfruttamento attraverso strategie di marketing in evoluzione e la portata globale dello sport.
Non sorprende, quindi, che quasi tutti gli americani che sono entrati nel calcio italiano immaginino di trasformare i club in società di media, con un focus sull'espansione delle infrastrutture. Tuttavia, i progressi nello sviluppo degli stadi sono stati deludenti. Nonostante i piani ambiziosi, i proprietari americani hanno ripetutamente incontrato ostacoli burocratici e politici, rallentando i loro sforzi. C'è il rischio che le frustrazioni continue possano alla fine indurre alcuni a riconsiderare i propri investimenti, portando forse a una ritirata.
Per ora, però, l'interesse rimane alto. Con i franchise NFL, NBA e MLB che raggiungono valutazioni senza precedenti, come i Dallas Cowboys che superano i 10 miliardi di dollari, secondo Forbes, il football rimane relativamente accessibile. Il Chelsea FC e l'AC Milan, le due più grandi acquisizioni guidate dagli Stati Uniti nel 2022, sono state vendute rispettivamente a 2,9 miliardi di euro e 1,2 miliardi di euro. Queste cifre, sebbene significative, impallidiscono in confronto alle valutazioni viste nei principali campionati sportivi americani, mantenendo il football europeo un'opzione allettante per gli investitori nordamericani.