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Pellegrini, che non casualmente porta quel numero anche sulle spalle, in quanto interprete più dotato di una certa fantasia illuminante, seppur così diverso da Francesco Totti che per lui è quasi “necessaria” pietra di paragone, nella Roma prima che in Nazionale. E soprattutto Davide Frattesi", scrive La Gazzetta dello Sport.
"Pellegrini, che rispetto a Frattesi ha più licenza di muoversi liberamente, con meno obblighi di sincronismi, per andare a cercare zone di campo libere dove aggiungere qualità. Ma soprattutto, a proposito di perfezione, per Spalletti il 10 non deve essere perfetto in sé. Semmai preciso in ciò che fa, essendo dispositivo base del suo apparato di gioco. Le riprese tv raccontano che sabato scorso, nei 90’ di Italia-Albania, sia stato proprio Frattesi il più richiamato e sollecitato dal c.t..
Proprio Frattesi è l’ingranaggio più delicato di certi meccanismi offensivi, quello da cui dipende il regolare flusso del traffico a centrocampo. In Nazionale «rispetto all’Inter sto più basso se si difende» e più in generale sta a lui lasciare a Barella la libertà di allontanarsi dagli ingorghi. Il suo istinto sarà solo da dosare, non mortificare: non a caso, con 4 gol, è lui il miglior marcatore dell’era Spalletti. Non a caso, sabato scorso, prima Pellegrini (tiro a giro alto) e poi lui (palo) hanno mancato di poco la firma sul tabellino, in entrambe le circostanze ispirati da Scamacca", analizza Gazzetta.
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