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Frey: “Ronaldo? Spiego a mio figlio chi era quello vero. L’Inter deve essere l’anti-Juve”

L'ex portiere di Inter e Parma ha parlato della sfida di San Siro di sabato

Andrea Della Sala

Sabato pomeriggio l'Inter affronterà il Parma a San Siro. Sebastian Frey, doppio ex della partita, ha parlato della sfida a La Gazzetta dello Sport:

Seba Frey: se giocasse ancora, in che porta si metterebbe per Inter-Parma?

«Coi nerazzurri ho passato momenti bellissimi, anche se complicati. Il Parma? Anni stupendi, lì ho dimostrato di essere un portiere vero. Quindi? Inter: a San Siro da avversari si fa una fatica bestiale».

Un suo Inter-Parma?

«Un Parma-Inter: vincemmo in casa. Credo fosse gennaio 2004, io miglior giocatore...».

In quell’anno era già scoppiato il caso-Parmalat.

«Ero lì sì, e fu terribile. I recenti casini, poi, sono stati figli della negligenza e della sciocchezza individuale. Veder affondare il Parma è stato tristissimo, poterlo riabbracciare in serie A porta un pensiero soltanto: quello è il suo posto. Spero che con gli anni possa rivedere l’Europa...».

Prima della sosta hanno perso con la Juve. Di Ronaldo.

«Ma i bambini di oggi non sanno chi era il Ronaldo vero? Sto cercando di spiegarlo anche a mio figlio. In quel ‘98 l’Inter aveva i giocatori più forti del pianeta. Il Fenomeno ha cambiato il calcio, ha scombussolato una generazione, è stato il primo giocatore completo e nessuno è più stato come lui. Io non ho mai visto da altri le cose fatte da Ronie. CR7 oggi è un top, Ronaldo era un gradino sopra. Umanamente, poi, uno spettacolo: faceva sempre il regalo di Natale a tutti, magazzinieri compresi».

Era un altro calcio? E c’era un altro tipo di calciatori?

«Il calcio che ho conosciuto io aveva dei valori, un rispetto prioritario, una stretta di mano col presidente valeva la firma su un contratto mentre oggi una firma sul contratto non vale niente. Il calciatore? Oggi ha un contorno, è prodotto commerciale, il rapporto umano è in subordine. Non so se sono amici fra loro, oggi; io col gruppo di Firenze sono rimasto “fratello”: per dire, Gamberini allena mio figlio Daniel, sono andato al matrimonio di Mutu, sento tutti. Ora mi sa che ognuno pensa ai cavoli propri».

Chi è in secondo piano rispetto alla Juve?

«L’Inter deve essere l’anti-Juve. Da subito. Ha investito bene, Nainggolan è un acquistone».

Si parlerà all’infinito di quella opzione-Modric.

«Modric cambia tutto: probabilmente se andasse al Frosinone lotterebbe per la Champions... CR7 si è arrabbiato perché hanno premiato il croato? Luka cambia una squadra, oggi è il più forte. La Champions? Non so se alla Juve basterà Cristiano».

Altre... anti-Juve?

«La Roma: ha giocatori buoni. Il Napoli? Non credo ripeterà la stagione scorsa. Il Milan non lo conosco ancora bene».

Handanovic è certezza dell’Inter, giusto?

«Certo. A volte sbaglia per generosità ma è uno che sa rischiare. Se negli ultimi 4 anni non ci fosse stato, dove sarebbe l’Inter?».

E il cappotto di Moratti dov’è?

«E come lo sa? Ce l’ho ce l’ho. Me lo regalò il giorno in cui firmai: ero arrivato con mio padre da Nizza ed ero vestito leggero. Andai a vedere una gara a S.Siro, rischiavo il congelamento».

Chiusura: Inter-Parma?

«Più 1 che “x”, credo».

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