Antonio Conte e Andrea Pirlo si affrontano per la prima volta da allenatori in un match che "aspetta una scintilla scudetto". I due hanno vinto insieme tre scudetti alla Juventus e - come ammesso dallo stesso tecnico della Juventus - è stato proprio Conte ad accedere la scintilla verso il nuovo lavoro di allenatore. Il Corriere della Sera presenta i temi della sfida: "C’è un Milan da inseguire, c’è un punto ottenuto in due partite come biglietto di presentazione in casa Inter. E c’è una continuità di risultati e di gioco da confermare, in quella della Juve".
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CorSera – Il fuoco di Conte scalda meno, ma una qualità fa differenza. Inter, manca uno come…
L'analisi del Corriere della Sera, che mette a confronto Conte e Pirlo
A Inter e Juve manca qualcosa: "Se non lo avesse detto lo stesso Pirlo, in pochi troverebbero analogie in questa Signora rispetto a quella plasmata a immagine e somiglianza di Conte. E forse anche il fuoco di Antonio oggi non è più lo stesso di allora: fa luce, ma scalda meno. Dove sono nell’Inter e nella Juve la fame atavica, la rabbia agonistica e la cura maniacale dei dettagli tattici degli anni di Torino? A tutte e due le squadre manca un giocatore come Pirlo, è banale dirlo. Ma in entrambe, nonostante la qualità e la quantità dei giocatori a disposizione, non si vede nemmeno quello spirito dei pionieri pronti a ogni avventura, fino a oggi incarnato alla perfezione dal Milan di Pioli".
Differenza di leadership tra i due allenatori: "Pirlo non ha ancora la capacità di essere un capo indiscusso e anche temuto come Conte. Non è detto per forza che sia un limite, anche se gli errori di approccio sono già costati alla Juve diversi punti. E la famigerata capacità di Antonio di ribaltare la propria squadra (e in molti casi anche la partita) durante l’intervallo, fa sempre la differenza, come dimostrano i 30 gol segnati nel secondo tempo dall’Inter in 17 partite. La leadership di Pirlo si sta comunque evolvendo e la squadra sta crescendo in una stagione dove per tutti è difficile allenarsi".
Due squadre che adottano lo stesso modulo ma con filosofie diverse: "Ma i due 3-5-2 sono comunque diversi: è presto per dire se l’allievo Andrea è l’evoluzione del maestro Antonio. E se le sue idee sono davvero più «europee». Ma alla rigidità contiana che a volte sembra un limite e altre volte è una certezza, Pirlo contrappone il suo calcio «liquido», a tratti caotico in attacco e sempre alla ricerca di un punto di equilibrio in fase difensiva. Tra il bisogno di creatività dell’Inter e la necessità juventina di geometrie più solide si nasconde la scintilla scudetto".
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