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Futre: “Benfica, la sconfitta può lasciare strascichi. All’Inter col Porto andato tutto bene”

Andrea Della Sala

Della sfida di Champions di questa sera tra Benfica e Inter ha parlato l'ex attaccante del Milan Futre

Della sfida di Champions di questa sera tra Benfica e Inter ha parlato l'ex attaccante del Milan Futre a La Gazzetta dello Sport:

«Tra Champions ed Europa League sono quarti apertissimi. Tifo sempre le squadre della mia nazione, a maggior ragione questa volta: come milanista “gufo” Inter e Juve...». 

Benfica «sembrava» squadra perfetta, perché sembrava Futre?

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«Avete visto la sconfitta in casa col Porto? Non tanto il punteggio, ma il “come” è arrivata... Una squadra abituata a dominare è stata invece schiacciata. La stagione del Benfica fino a quel momento era da 10, perfetta, ma questa caduta può lasciare strascichi: non sappiamo come reagiranno a questo primo contraccolpo psicologico. In generale, a questo punto della Champions non ci sono più favoriti: sono i dettagli a fare la differenza».

Ma l’Inter arriva peggio, con un punto in quattro partite di campionato?

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«A inizio stagione li vedevo in alto a competere per lo scudetto. Ma sono competizioni completamente diverse e penso che da tempo molti giocatori di Inzaghi stiano pensando solo alla Champions. In queste notti ti accendi da solo, ma la fortuna non potrà essere sempre amica».

Ripensa ancora alla partita di Oporto?

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«Onestamente contro il Porto tutto è girato bene all’Inter... Ma non va sottovaluta: è vero che gli attaccanti ora non stanno segnando, però Lukaku è una forza della natura, Dzeko è un talento senza età e Lautaro è proprio un “Toro”, come il suo soprannome. Punte così prima o poi la palla la fanno entrare».

E Inzaghi, invece, che cosa dovrà temere?

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«Il Benfica visto prima di venerdì è un’orchestra magnifica. Rafa Silva è il futuro del calcio portoghese, mi piace quando dicono che abbia qualcosa di Futre... Se è in giornata, è imprendibile: è l’uomo da guardare con cento occhi, come sapete fare in Italia. Gonçalo Ramos ha il gol dentro, e poi fatemi parlare del mistero Joao Mario: ma come hanno fatto a Milano a spendere 40 milioni e a scaricarlo dopo poco tempo? Bastava pazienza e oggi questo gioiello sarebbe a San Siro».

Ecco, lei che conosce quello stadio: quanto conterà giocare il ritorno in casa per l’Inter?

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«San Siro è leggenda, ma anche il Da Luz lo è: l’eliminatoria va vista come una finale unica, da 180’, da brividi. E chi riuscirà ad andare avanti può puntare diritto alla Coppa, a prescindere dalle big dall’altro lato del tabellone. Ovviamente, vorrei una semifinale Benfica-Milan, perché mi sento rossonero nonostante tutto. Come dice il mio amico presidente del Benfica, se fossi arrivato a Milanello a 20 anni, e non quasi a 30, avrei vinto almeno un Pallone d’oro. Rui Costa mi vuole molto bene, ma penso abbia ragione...».