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Futre: “Era tutto fatto con l’Inter, poi arrivò l’Atletico. A mio padre dissi una cosa”

Gianni Pampinella

Dalle colonne di Mundo Deportivo, l'ex attaccante svela un retroscena di mercato

Paulo Futre è stata la stella che ha guidato il Porto alla conquista della Coppa dei Campioni 1986/87. Al termine di quella stagione, l'attaccante lasciò il Portogallo pronto a vestire la maglia dell'Inter, ma si intromise l'Atletico Madrid. "Tutto era pronto per la firma con l'Inter quando all'improvviso è apparso uno sconosciuto spagnolo a moltiplicare l'offerta, Jesus Gil. Una cifra record per l'epoca. E non aveva nemmeno una squadra! Era candidato alle elezioni dell'Atletico. Infatti non sapeva nemmeno chi fossi, mi ha riconosciuto quando ha visto il mio nome ricamato sulle infradito", racconta Futre a Mundo Deportivo.

"A parte uno stipendio scandaloso, mi offrì una casa con piscina e una Porsche. Come avrei potuto dirgli di no? Ero un ragazzo di 21 anni cresciuto in povertà. L'unica condizione era che io partissi con lui quel pomeriggio sul suo jet privato per Madrid per presentarmi come uno spot elettorale. Ho chiamato mio padre. A quei tempi i soldi che si guadagnavano erano molto diversi da quelli di oggi. È stata la chiamata più importante della mia vita e quella di cui sono più orgoglioso: “Papà, se tutto va bene non dovrai più lavorare”. Durante il viaggio ho cominciato ad avere dei dubbi “E se questo pazzo non vincesse le elezioni?”. Quindi appena siamo atterrati gli ho detto che volevo la macchina. Se non avesse vinto le elezioni, almeno avrei portato a casa una grande macchina. Non era d'accordo, ma io sono stato fermo sulla mia posizione: o mi dai subito la macchina o non c'era Futre per nessuno. Siamo andati da una concessionaria e l'unica disponibile per la consegna immediata era una Porsche... gialla. Non avevo mai visto un'auto gialla, per non parlare di un'auto sportiva".

(Mundo Deportivo)