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E' ancora tutto da scrivere il futuro della panchina dell'Inter. Perché, se è vero che quello di Antonio Conte è probabilmente il nome al momento più caldo, è altrettanto vero che Luciano Spalletti, che su quella panchina ci è ancora seduto, è tutt'altro che tagliato fuori dalla corsa. Senza contare che potrebbero inserirsi anche altri profili, come quello di Maurizio Sarri:
"Se è vero che il club uscirà dal primo luglio dal settlement agreement, è altrettanto vero che sarebbe un’illusione per i tifosi dipingere uno scenario in cui l’Inter sarà in grado già dal prossimo anno di lanciare un attacco alla pari alla Juve. Si ragiona in termini economici, poi è ovvio che il campo potrà smentire tutto, semmai mostrare un’accelerata improvvisa. Ma Steven Zhang, formalmente e informalmente, ha sempre parlato di progetto vincente (al netto del discorso coppe, ovvio) su base pluriennale. Alla società servono ancora mesi di avvicinamento al vertice, anche in considerazione di un fair play finanziario che comunque continuerà a porre dei paletti – come per tutti, del resto – sugli investimenti. Ecco perché un tecnico in grado di proseguire il processo di crescita impostato nelle ultime due stagioni sarebbe la scelta forse più razionale. È su questo che in fondo si ragiona all’Inter, in queste settimane. C’è chi è portato a intravedere dietro questi pensieri la figura di Maurizio Sarri, il cui addio al Chelsea però è tutt’altro che scontato. Ma si sbaglierebbe nel tagliare fuori dai discorsi chi quel processo l’ha portato avanti, nelle ultime due stagioni".
(Fonte: La Gazzetta dello Sport)
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