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Gabbiadini: “Non so perché non gioco, dal mister solo scuse. Italia-Svezia? Dopo la gara…”

Daniele Vitiello

Così l'ex attaccante del Napoli ai microfoni della Gazzetta dello Sport

Seguito anche dall'Inter in passato, Manolo Gabbiadini sta attraversando quello che si potrebbe definire il momento più delicato della sua carriera. L'attaccante del Southampton ha parlato ai microfoni della Gazzetta dello Sport: "Non so perché non gioco. La mia situazione è cambiata quando Puel fu esonerato e al suo posto arrivò Pellegrino. Tornai dalla partita con la Svezia e mi mise in panchina perché mi vedeva triste. Una scusa, ovviamente. Ma poi con Hughes la situazione non è cambiata. Non sono mai andato a chiedere spiegazioni, tanto avrei avuto risposte scontate. Continuo ad allenarmi e quando serve io ci sono. Come a Swansea: entrai nel finale e segnai il gol della salvezza. I tifosi mi vogliono bene, allo stadio cantano sempre un bellissimo coro dedicato a me”. Però le cose non stanno andando benissimo e forse c’è il rimpianto di non aver valutato le offerte in estate: “Ma io ci tenevo davvero a rimanere in Premier. Non voglio arrendermi“.

Su Italia-Svezia: "Fui sorpreso quando Ventura mi disse che sarei stato titolare. Nello spogliatoio vedevo la tensione sui volti dei compagni. Io ero motivato, San Siro pieno fu un’emozione incredibile. Ho letto e sentito tante cose. Dico solo che avremmo potuto vincere con la difesa a tre o a quattro, con Insigne o senza. C’era un’atmosfera negativa già dopo l’andata, quando perdemmo e prendemmo anche tante botte. Mi dà fastidio che si voglia addossare la colpa a qualcuno: abbiamo perso tutti. A fine gara nello spogliatoio c’era chi piangeva, chi non si muoveva, chi ha fatto la doccia ed è scappato via. Ognuno reagisce a modo proprio, ci dà fastidio la consapevolezza che quella partita resterà nella storia e l’unica cosa che possiamo fare è cercare di riportare la Nazionale in alto. Non conosco Mancini, il progetto è bello, però tutto dipende da come giocherò nel Southampton. Se giocherò".