- Squadra
- Calciomercato
- Coppa Italia
- Video
- Social
- Redazione
ultimora
Intervenuto ai microfoni di Tuttosport, l'ex difensore dell'Inter Fabio Galante ha rilasciato una lunga intervista in cui ha parlato del suo ex compagno di squadra all'Empoli Luciano Spalletti e della sua Inter, che sabato affronterà il Napoli.
Galante, sabato sera si giocherà Napoli-Inter. Che sia la volta buona per la sua ex squadra?
«Chi lo sa, magari. Sicuramente l’Inter sta attraverso un momento non ottimo, ma strepitoso. Il problema è che trova di fronte una squadra mai stata così forte negli ultimi dieci anni, un Napoli quasi imbattibile. Sulla carta è forse più difficile sabato che negli anni scorsi, quando l’Inter aveva formazioni decisamente migliori, penso al periodo di Mourinho, ma non riusciva a vincere».
Cosa può far credere all’Inter nell’impresa?
«L’entusiasmo per la vittoria nel derby e il lavoro giornaliero di Spalletti. La classifica adesso è un fattore nella mente dei giocatori dell’Inter, la convinzione di essere una buona squadra aiuta in gare del genere».
L’impegno in Champions del Napoli potrebbe incidere?
«Potrebbe, ma il Napoli ha giocatori ormai abituati a scendere in campo tre volte alla settimana. Piuttosto per l’Inter il vantaggio sarà quello di preparare la gara per più giorni rispetto al Napoli. E Spalletti in questo è bravissimo, sa trovare gli accorgimenti tattici per limitare i punti di forza degli avversari».
Una mano al tecnico la potrebbe dare anche questo Icardi...
«Indubbiamente. Avere il capitano, il giocatore simbolo, che sta bene, che fa gol e che si sacrifica per la squadra, è un grande stimolo per tutti i compagni. Spalletti con un giocatore così può fare grandi cose».
Lei ha giocato con Ronaldo e marcato grandi attaccanti: Icardi le ricorda qualcuno? «Mauro può essere una via di mezzo fra Crespo e Batistuta, per fisico, abilità in area di rigore e colpo di testa».
Lei conosce bene Spalletti, avendoci giocato insieme a Empoli in C1 nel biennio ’91-93. E’ lui il vero punto di forza dell’Inter?
«Spalletti è stato come un fratello maggiore. Mi ha insegnato la cultura del lavoro, mi ha fatto capire che dovevo seguire certi principi. Con me e Montella, i giovani di quel gruppo a Empoli, è stato un maestro. Ha accumulato tanta esperienza, per me è uno dei migliori tecnici al mondo e non lo dico ora per le 7 vittorie in 8 gare. Inoltre, conoscendo bene l’ambiente interista, posso dire che per carattere e carisma Spalletti è l’allenatore giusto al posto giusto».
Anche Skriniar è stato un ottimo innesto in questa Inter.
«Non lo conoscevo così bene, ma Angelo Palombo durante il corso di allenatore a Coverciano mi ha spiegato che l’anno scorso alla Sampdoria è cresciuto tantissimo e che per lui il suo rendimento non è sorprendente. Bisogna fare i complimenti ai dirigenti dell’Inter che lo hanno preso, la bravura sta nell’acquistare chi non è ancora un nome, vedendo prima di altri il potenziale».
Mertens sarà un esame difficile da superare?
«Quando giocavo la gente pensava che, essendo io alto e grosso, avessi più difficoltà a marcare Inzaghi o Montella rispetto a Batistuta o Bierhoff. Invece se la squadra difendeva bene, diventava più semplice neutralizzare quel tipo di giocatori. E’ chiaro, nell’uno contro uno nello spazio Mertens potrebbe diventare imprendibile, ma se l’Inter difenderà bene di squadra, il compito di Skriniar sarà meno complicato. Ho visto alla Pinetina come Martusciello allena la fase difensiva, è un vero esperto. Sono certo che Spalletti proverà mille volte la chiusura sui lanci di Insigne a scavalcare i centrali per il taglio di Callejon, ma questo non vorrà dire che l’Inter potrà fermare gli azzurri se la loro giocata sarà perfetta per velocità e precisione».
Lei parla già da allenatore: quando la vedremo in panchina?
«Ho fatto il ds per due anni e mezzo al Chiasso, voglio completare il mio percorso e per questo sono a Coverciano a studiare tanti amici tra cui Toni, Chivu, De Sanctis e Amelia. Poi vedremo che mi riserverà il futuro».
© RIPRODUZIONE RISERVATA