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Galante: “Inzaghi? Io lo terrei, la squadra è con lui. E la dirigenza lo sa con certezza”

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Intervistato da Tuttosport, l'ex difensore dell'Inter Fabio Galante ha parlato del momento difficile che sta attraversando l'Inter

Andrea Della Sala

Intervistato da Tuttosport, l'ex difensore dell'Inter Fabio Galante ha parlato del momento difficile che sta attraversando l'Inter dopo l'ultima sconfitta in casa dell'Udinese:

«È sotto gli occhi di tutti che questo sia un periodo non facile, ma penso e spero provvisorio. Durante un’annata ci sono sempre dei momenti brutti, che possono arrivare all’inizio, a metà o a fine stagione. Io resto fiducioso: dopo la sosta l’Inter comincerà a pedalare come ci ha abituato negli ultimi anni. I nerazzurri hanno tutto per ripartire alla grande. Certo, si deve cambiare rotta, ma questo lo sanno Inzaghi, la dirigenza, i calciatori: tutti».

Lei oggi quindi terrebbe Simone Inzaghi?

«Io sì. Per quanto capto dall’esterno credo che l’allenatore sia con la squadra e viceversa. Sono convinto che la dirigenza interista sappia con certezza se il mister abbia o meno il polso dello spogliatoio. Da fuori, per tutto il lavoro svolto sinora, direi proprio di sì».

Quanto pesa l’assenza di Lukaku?

«Romelu è quello che è stato preso per alzare ancor di più il livello della squadra, in un reparto dove ci sono attaccanti forti come Dzeko, Correa e Lautaro. Dopo la sosta il belga proverà a far tornare la serenità all’ambiente. Ma la verità è che saranno i risultati positivi ad essere decisivi. Non sarà facile contro Roma e Barcellona, ma l’Inter è l’Inter, non si deve nascondere dietro niente e nessuno».

Cosa pensa dei cambi di Mkhitaryan e Bastoni?

«Da calciatore mi sarei arrabbiato, perché avrei pensato: “Perché non mi toglie all’intervallo?” Inzaghi però imparerà dall’accaduto anche perché ci saranno sempre due ammoniti al 30’ del primo tempo. La sua è stata una scelta forse azzardata e affrettata, ma col senno del poi l’avrà capito pure Simone. Poi attenzione, qualora l’Inter avesse vinto, le dico con certezza che non si sarebbe mai parlato dei cambi».

Ma un calciatore che sa di essere sostituito se ammonito, può non rischiare l’intervento?

«Sta attento a fare un’entrata, sicuro, perché pensa: “Se prendo il giallo, mi leva”».

Cosa pensa del comportamento in panchina di Bastoni?

«Ogni calciatore reagisce alla sua maniera. Ai miei tempi Taribo West a Vicenza gettò la maglia in faccia a Lucescu, facendo sicuramente peggio di Alessandro, che si è lamentato, innervosito e ha fatto una sfuriata di un minuto. Subito dopo però tutto è passato».

Ora si butta la croce su Inzaghi, ma alla fine sono i calciatori a scendere in campo.

«Gli allenatori sono i primi ad essere messi in discussione, basta non vincere due partite. Già nella passata annata Inzaghi subì alcune critiche. Tutti i tecnici del mondo sono legati ai risultati. Se l’Inter battesse Roma e Barcellona si direbbe: “Bravo Simone, hai trovato il bandolo della matassa”».

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