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In cosa sono diversi i suoi allievi prediletti?
«Gasp è più metodico, a tratti spigoloso ma molto concreto e attento in tutto quello che fa. Fin da ragazzo ha sempre avuto un carattere forte; mentre Max era più fantasioso. L’ha un po’ persa quella fantasia da allenatore ultimamente, che peccato…».
A chi ha dovuto dare più consigli?
«A Max. Gian Piero già a Pescara voleva decidere tutto. Ancora un po’ era lui che dava consigli a me (ride, ndr). Gasp era rognoso negli allenamenti: me lo ricordo maniacale sui movimenti della fase difensiva, si spendeva molto nel parlare ai compagni dando indicazioni sul come muoversi in campo”.
A proposito di squadre impoverite, pure la Juve di Allegri non è quella di qualche anno fa...
«Max non ha molta qualità tecnica a disposizione per sviluppare un certo tipo di gioco. Ha giocatori di forza e potenza come Chiesa, quando sta bene, e Kostic. Sugli esterni non ha gente che salti l’uomo facilmente e dotati di grande dribbling per creare superiorità numerica. In mezzo gli manca un totem. In passato l’ho martellato di prendere Milinkovic Savic e Berardi, perché gli servivano giocatori del genere. Per la Juve sarebbero perfetti Gnabry (Bayern) o Saka (Arsenal), ma costano…»
Si parla di Felipe Anderson.
«Un buon giocatore, gli farebbe comodo anche se ha già 30 anni. Magari si può trovare qualcuno di più giovane in giro per l’Europa».
Com’è possibile che una big non chiami Gasperini?
«Ha avuto l’Inter, ma non hanno capito niente di lui. Piero è molto attento e scontroso nell’imporre le sue idee, diventa difficile smuoverlo da certe convinzioni. Gasp è uno che tira dritto, non sa essere politico e non ha mai fatto compromessi. Ha ottenuto grandi risultati, tenendo sempre fede alle sue convinzioni. Ora sta bene all’Atalanta, anche se merita di allenare Napoli o Milan: col progetto giovani sarebbe perfetto per i rossoneri…».
Allegri viene molto criticato per il gioco poco spettacolare. Che ne pensa?
«Non è facile per lui. Lo attaccano di brutto in questo momento, ma 6 scudetti non si vincono per caso. Sta puntando tanto sulla fase difensiva, perché è l’unico modo con questa rosa per arrivare alla vittoria. Non a caso adesso che in difesa sgarrano e iniziano a prendere diversi gol, son venuti meno i risultati».
Cosa manca alla Juve per lottare per lo scudetto?
«Devono tenere Rabiot e aggiungere almeno 4 giocatori di quelli bravi per avvicinarsi all’Inter. Manca chi tira e segna da fuori area. Un difensore forte, un centrocampista con gol e assist nei piedi, un paio d’esterni che saltino l’uomo. Solo così potrà far giocare la squadra più offensiva e portare tanti palloni in area a Vlahovic, che alla lunga la butta dentro anche se con Inter e Napoli si è mangiato qualche gol».
Qual è il segreto dell’Inter?
«Quest’anno non c’è storia: l’Inter è straordinaria, se poi le fanno qualche regaluccio arbitrale diventa inarrestabile. Giocano bene e hanno la rosa più forte. Inzaghi sta facendo un bel lavoro. Quando hai uno come Marotta, vinci: è il top player dei dirigenti. Non c’è niente da fare, fa la differenza. All’Inter in questi anni hanno saputo scegliere bene i giocatori. D’altronde quando Beppe era alla Juventus, la Juve dominava: va a Milano e vince pure con l’Inter. Sarà mica un caso…».
Si parla tanto del no detto da Allegri al Real Madrid…
«Max è rimasto alla Juventus, nonostante avesse richieste molto allettanti. Quando ha rifiutato il Real Madrid l’ho chiamato e gli ho detto: “Ma come cacchio fai?”. Negli anni scorsi ha detto no a Chelsea e Psg. I francesi mi avevano chiamato per provare a convincerlo, ma non c’è stato niente da fare: lui voleva stare alla Juve. Al di là di tutto i tifosi dovrebbero apprezzare la scelta di rimanere in un momento tosto per il club e in cui era rimasto da solo. Nel gioco si può certamente migliorare, anche grazie agli interventi sul mercato».
Allegri rimarrà alla Juve?
«Lo sento molto sereno. Stanno portando avanti il progetto giovani con ingaggi ridotti: un piano scelto dalla società e sposato in pieno da Max. Se si qualifica alla Champions League, ha fatto bene e centrato il traguardo richiesto. Oggi il divario con l’Inter è però troppo ampio: per lo scudetto servono rinforzi».
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