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Saltata per la mancanza di uno stadio adeguato.
«L’Arena, il nostro gioiello. Vero, saremmo già in C se non fosse che Milano, capitale economica del Paese e sede olimpica, non ha nessun altro campo autorizzabile per i professionisti, escluso San Siro. Se sei ripescato non puoi giocare in deroga e noi Milano non la vogliamo lasciare».
Questione di appartenenza?
«L’Alcione è un punto di riferimento nel calcio giovanile. È la terza squadra della città».
Il problema può ripresentarsi?
«Una prima parte di lavori è stata già completata in accordo con l’Inter, che ha fatto esordire all’Arena la femminile. Tra gennaio e febbraio partirà la progettazione per fare in modo che sia tutto pronto per la C».
Dove vede l’Alcione tra 5 anni?
«In B. Siamo partiti dalla Promozione, ma abbiamo in mente la strada da seguire. Alcuni salgono come se giocassero alla roulette, noi siamo strutturati per restarci. Abbiamo un bilancio da B, come patrimonio e capacità finanziaria nulla da invidiare a molti club e saremmo competitivi con una delle giovanili più forti d’Italia, senza vivere di prestiti e occasioni».
La sede è a 200 metri da San Siro.
«Sarebbe bello attraversare la strada, anche perché in Serie B difficilmente potremmo restare all’Arena. Inter e Milan hanno altri progetti e noi ci siamo già candidati. Se potesse diventare uno stadio più contenuto farebbe proprio al caso nostro».
La gente si sta appassionando.
«Non veniamo considerati alternativi a Inter e Milan, siamo la squadra cucciola di Milano e il nostro è un tifo di liceali e universitari».
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