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Galli (Sacco): “Aprire le scuole, non gli stadi. Come per le discoteche anche per il calcio…”

Le parole del professor Galli ai microfoni del Messaggero

Redazione1908

"Mi pare sacrosanto: dobbiamo aprire le scuole, non gli stadi. Capisco che togliere i "circenses" agli italiani possa dispiacere, ma dal punto di vista scientifico portare il pubblico negli impianti sportivi può avere gli stessi effetti che abbiamo visto nelle discoteche. Miozzo (coordinatore del Comitato tecnico scientifico) ha ragione, tra scuola e stadi non ci dovrebbe essere gara. Il calcio è uno spettacolo non essenziale che può essere fruito anche da casa. Come per le discoteche, qualsiasi situazione che determina un ammassamento di persone è insidiosa. Puoi tenere le persone distanziate all'interno dello stadio, ma non riesci a farlo all'entrata e all'uscita", ha dichiarato il professor Massimo Galli, responsabile del reparto di Malattie infettive dell'Ospedale Sacco di Milano, in un'intervista al Messaggero.

La partita giocata a Milano di Atalanta-Valencia ha portato a una trasmissione del virus? "Probabile, giusto ricordarlo. Ma d'altra parte se il virus si trasmette facilmente in una discoteca, come abbiamo visto, lo stesso avviene allo stadio. Siamo all'aperto, ma con persone che difficilmente non si accalcano. E per gli sport al coperto la situazione è ancora più critica. Fino a quando la situazione è questa bisogna rinunciare al superfluo. Siamo tornati a superare ampiamente le mille diagnosi al giorno, legate solo in parte al fatto che abbiamo aumentato i tamponi. Però l'andamento dell'epidemia ha caratteristiche non tali da rassicurarci".

(Il Messaggero)