01:01 min

ultimora

Galliani: “Monza, ecco l’obiettivo. Serie A è un campionato di transito. Due i problemi”

Gianni Pampinella

In una lunga intervista a Il Foglio, il dirigente ha parlato del Monza che ha in mente e delle difficoltà della Serie A

In una lunga intervista a Il Foglio, Adriano Galliani ha parlato del Monza che ha in mente per l'anno prossimo. Inoltre il dirigente ha detto la sua sulla situazione difficile in cui versa il campionato italiano: "Un Monza che si salvi perché non vorrei retrocedere subito dopo aver aspettato 110 anni. Sarà un campionato difficilissimo perché in Serie A ci sono 10 squadre già salve in partenza".

Quante telefonate di procuratori riceve adesso che è tornato in Serie A?

“Non mi lasciano in pace. Quando abbiamo vinto a Pisa mi sono arrivati 1.280 messaggini, più di 200 erano procuratori. Adesso più di una telefonata su due è di un procuratore che mi offre giocatori. Se dovessi starli a sentire potei fare 100 squadre”.

Sabato scorso Paolo Scaroni a il Foglio ha detto che la Serie A è diventata la Serie B d’Europa. D’accordo?

“Il campionato italiano è crollato sul piano dei ricavi, una volta era un campionato di arrivo, adesso è un campionato di transito. Per una squadra italiana oggi vincere una Champions è diventata un’impresa difficilissima”.

Come si può invertire il trend?

“I problemi del calcio sono due: la vendita dei diritti all’estero e l’obsolescenza degli stadi”.

Come ha trovato la Lega rientrando dopo qualche anno?

“Molte persone sono le stesse. Ma mi sembra molto bravo e mi ha fatto una buonissima impressione il presidente Casini”.

Ma il presidente non le ha mai detto: Adriano riprendiamoci il Milan?

“No ormai per una famiglia è diventato impossibile gestire certi club”.

Come ha festeggiato lo scudetto?

“Ho visto la partita ad Arcore insieme al presidente Berlusconi, abbiamo fatto un tifo pazzesco e poi ci siamo catapultati allo stadio per la semifinale di ritorno con il Brescia. Ci fosse stata anche l’Armani alle 22 avrei chiuso la giornata al Forum”.

(Il Foglio)