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Emanuele Gamba, giornalista di Repubblica, ha commentato così l'approdo di Paulo Dybala alla Roma:
"Dybala è un giocatore che mette gioia, Mourinho un allenatore che per vincere speculerebbe su qualsiasi cosa, persino sulla gioia: sa che tutto può avere un senso e che il fascino del numero 10 (Dybala resta filosoficamente un 10 anche se a Roma porterà il 21) è una suggestione ma anche un’occasione. Vale il prezzo del biglietto, ma pure un investimento notevole. La gioia, quello è il punto: non c’entra nulla col soprannome del ragazzo (Joya vuol dire gioiello, lui da ragazzino era un brillante che la gente andava al campo ad ammirare) ma è il suo scopo e la sua benzina. Ha bisogno di giocare con gioia per poterla trasmettere e la sua gioia è avere calore attorno, essere circondato da una cortina d’affetto e soprattutto avere qualcuno dei cui occhi si fida, perché i fantasisti ragionano spesso con l’anima. Alla Juve non sempre è successo: solamente Sarri, quando si scambiavano silenzi e sguardi, ha saputo guardargli dentro, toccarlo nell’intimo. Ragazzo sensibile, a tratti vulnerabile e spesso diffidente (la morte prematura del padre lo ha reso così), per essere il meglio di sé Dybala ha bisogno di sentirsi importante, amato e creduto perché in fondo il fascino e il limite del numero 10, di ogni numero 10, sta nella corrente alternata emozionale che viene e va, senza preavviso. Non è uno come gli altri, e questo irrigidisce molti allenatori, che preferiscono altri tipi di personalità e talenti magari meno raffinati ma anche meno bisognosi di coccole, anche perché il 10 o fa la differenza o rischia d essere un fardello, se le paturnie lo sovrastano. L’affidabilità la garantiscono solo in cambio dell’affetto".
"Agli spettatori tutte queste faccende interessano poco: vanno allo stadio, guardano e s’emozionano, perché il ragazzo in campo fa quello vorrebbero fare loro. I tifosi della Juventus hanno amato Dybala incondizionatamente, quelli dell’Inter erano pronti a farlo e ieri ci sono rimasti malissimo, quelli della Roma si sono incendiati come paglia con la scintilla del sogno e Mourinho ha sempre pensato che questa pirotecnica alchimia porterà la Roma in una dimensione superiore, lavorando sugli incastri tecnici ed emotivi. Nel quadro tattico giallorosso, Dybala si inserisce alla perfezione: in campo non è mai stato troppo facile sistemarlo e in sostanza ha funzionato soltanto quando ha giocato alle spalle di un centravanti capace di fare dasponda e di partire in profondità. Appena lo hanno spostato un poco è subito rimasto prigioniere delle sue debolezze, ma nel posto e con il compagno giusto — quindi non con Ronaldo ma con Higuain sì — Dybala ha dato sostanza alla sua fantasia e ambizione alla gioia trasmessa e ricevuta. Abraham sembra perfetto per dialogare con lui. Potrebbe persino giocare con Zaniolo e Pellegrini nel 4-2-3-1, di sicuro ci sono le condizioni ideali perché l’imperfezione del fantasista, che ad altissimi livelli sono in pochissimi a potersi permettere di sopportare, si trasformi in un contributo di eccezionalità che rompa gli schemi. E che se ne freghi degli schemi, ma sì".
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