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A pochi giorni da una nuova edizione della International Champions Cup, l'ormai nota competizione estiva alla quale - per quest'anno - parteciperà anche l’Inter, il direttore organizzativo del Milan, Umberto Gandini, si è concesso in una lunga intervista a "Sports Illustrated". Vi proponiamo uno stralcio in cui Gandini parla degli obiettivi rossoneri e dell’ipotesi di cessione del club ad investitori stranieri.
"Quali sono le sfide più grandi da superare per tornare ad essere un top club dopo un 10° e un 7° posto? Abbiamo attraversato un momento molto difficile, per varie ragioni. Nei precedenti 27 anni non era successo, abbiamo perso un po’ della nostra cultura. Ora siamo impazienti di tornare a riprenderci subito il nostro status originale. Non si dimentichi che abbiamo vinto il campionato nel 2010-11, e che abbiamo giocato l’ultima volta in Champions League nel 2013-14, quando siamo stati eliminati dall’Atletico Madrid. Da quel momento in poi, per due volte consecutive, abbiamo fallito la qualificazione al torneo nel nostro campionato. Come in tutte le cose della vita, e specialmente nello sport, ci sono dei cicli. Per 30 anni, nel corso della presidenza Berlusconi, abbiamo vinto 28 trofei. Personalmente, ho fatto parte della squadra in ben 6 finali di Champions, vincendone la metà. Tutti i grandi giocatori venivano al Milan, molte cose sono cambiate. Il campionato italiano non è più una destinazione a lungo termine. L’economia in Europa e in Italia al momento non è molto solida e questo ha aperto a possibili investimenti di nuovi proprietari. Se si guarda ai nostri vicini dell’Inter, ad esempio, Massimo Moratti ha ceduto il club quando nessuno se lo aspettava. Ora il club è stato già rivenduto ad altri investitori cinesi. Per quanto ci riguarda, stiamo attraversando lo stesso processo, che potrebbe essere completato quando saremo negli USA (settimana prossima). Anche Berlusconi sta vendendo il club, dopo 30 anni, ad un fondo cinese. Queste, probabilmente, sono le migliori risposte alla volontà di tornare a riguadagnarci il nostro status, il prima possibile. Naturalmente, c’è bisogno di investitori, di capitali e di investimenti freschi per la squadra. Pensiamo che con Vincenzo Montella come allenatore, con il suo metodo di gioco e la sua idea di lavoro, potremo tornare a riprenderci le posizioni che abbiamo perso negli ultimi 3 anni. Con I nuovi investimenti cercheremo di tornare ad alti livelli. Dobbiamo ancora imparare quello che i nuovi azionisti vorranno fare, sappiamo che c’è l’intenzione di investire molto nella squadra e nel management, oltre che sull’aspetto commerciale. La vendita comunque è ancora in atto, non c’è ancora la firma e, perciò, le informazioni non sono sufficienti per permetterci di descrivere realmente quello che accadrà. La situazione è promettente. Nessuno poteva aspettarsi che 4 anni fa l’Inter finisse per essere ceduta ad un investitore indonesiano, così come nessuno potrebbe aspettarsi che la famiglia Berlusconi lasci il Milan dopo tanto tempo. Ma per competere su scala internazionale, c’è bisogno di tasche grandi. Solo così si può competere con club giganti. Il mondo è cambiato negli ultimi 5-10 anni, e probabilmente cambierà ulteriormente nei prossimi due".
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