L'ex attaccante dell'Inter Maurizio Ganz conosce bene Beppe Marotta e Luciano Spalletti. Con loro due ha, infatti, condiviso l'avventura al Venezia nella stagione 1999-2000. Ne ha parlato a La Gazzetta dello Sport, discutendo anche del momento della squadra nerazzurra: «Beppe lo avevo già avuto come direttore a Monza e all’Atalanta e mi voleva fortemente, mentre fu la prima volta in cui mi trovai a lavorare con Spalletti. Scelsi il Venezia anche per l’amicizia che mi legava a Pippo Maniero: peccato essere arrivato nel mercato di riparazione, avessi iniziato la stagione lì probabilmente ci saremmo salvati».
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Ganz: “Inter, Marotta ti porterà grandi giocatori. Lautaro? Ha davanti il più forte di tutti…”
L'ex attaccante dell'Inter ha parlato anche di Spalletti che ha avuto come tecnico al Venezia
Spalletti a Venezia fu esonerato e poi tornò: insomma, fu un anno abbastanza tribolato per lui. Lei che ricordo ha di Luciano?
«Si capiva che aveva un futuro da grande allenatore. Sul piano tecnico-tattico era preparatissimo e aveva una grande voglia di fare bene sin da subito, con delle idee già all’avanguardia. Ricordo che i suoi allenamenti erano molto innovativi per quel tempo e il suo calcio propositivo, improntato verso la ricerca del bel gioco e comunque votato all’attacco».
Però evidentemente qualcosa non funzionò.
«Luciano probabilmente pagò un minimo di timore verso i giocatori. Nel senso che non aveva ancora questa grande autorità, questo carisma da grande leader. Era all’alba della carriera a grandi livelli e cercava molto il dialogo con i calciatori. A volte ci ascoltava persino troppo per certi versi. E probabilmente ha pagato proprio questa cosa, ma credo sia un passaggio obbligatorio per ogni allenatore agli inizi. Oggi è tra i migliori tecnici in circolazione e negli anni ha portato in alto il made in Italy anche all’estero. E la cosa non mi ha affatto stupito».
Ci può raccontare un aneddoto sul vostro rapporto?
«Guardi, io sono arrivato al Venezia in prestito dal Milan, perché ormai non avevo più rapporto con Zaccheroni e chiesi a Galliani di lasciarmi andare a giocare. E Spalletti apprezzò molto la mia disponibilità nell’accettare quella sfida. Io di allenatori ne ho avuti tantissimi in carriera, ma pochi della qualità umana di Luciano. Lui è uno vero, diretto. Ancora oggi quando ci incrociamo ci abbracciamo per la stima e l’affetto reciproco».
E ora la coppia con Marotta sta per riunirsi.
«E l’Inter farà un grandissimo salto in avanti: con loro due si vince. Mi creda, Marotta è un lord, una persona eccezionale dal punto di vista umano e un professionista esemplare. Ha fatto tutta la gavetta, partendo dal basso, sempre con umiltà. E ogni anno saliva di un grandino, fino ad arrivare alla Juve dove ha raggiunto il punto massimo, vincendo tanto. Vedrete, porterà tanti grandi giocatori».
L’Inter è pronta a vincere?
«In questo momento Juve e Napoli sono ancora avanti e poi sono più regolari, sbagliano poco. Però in Champions invece può essere una sorpresa: dipenderà anche dalla fortuna».
Un suggerimento per Lautaro?
«Farsi trovare sempre pronto e di rispondere con i gol. Ha davanti Icardi, il più forte di tutti, ma lui deve lasciare il segno anche giocando pochi minuti».
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