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Calcio e tumori, Garattini: “Legame con doping? Serve maxi studio”
"Sui casi di tumori tra i calciatori si possono fare, legittimamente, tutte le ipotesi. Ma non c'è un dato che indichi un legame tra l'aver assunto in passato sostanze cosidette dopanti e un rischio più alto di sviluppare oggi un tumore. Al momento dal punto di vista scientifico non sappiamo se c'è questo legame". Così all'Adnkronos Salute Silvio Garattini, fondatore e presidente dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs, commenta le recenti interviste di alcuni ex calciatori di Serie A preoccupati, dopo i decessi dei colleghi Vialli e Mihajlović, di un collegamento tra alcuni farmaci presi durante la carriera e il rischio di sviluppare un tumore.
"Come Istituto Mario Negri - ricorda Garattini - abbiamo documentato il problema della prevalenza della Sla nei calciatori, abbiamo trovato dei dati importanti, ma non sappiamo quale sia la causa. Si è pensato agli erbicidi usati sui campi di calcio che poi potrebbero essere anche un delle cause di alcuni tumori". Secondo il farmacologo al di là dell'attenzione mediatica è arrivato il momento di indagare in modo scientifico su cosa è accaduto nei decessi passati. "Servirebbe - suggerisce - un maggior interessamento della Figc e delle Lega Serie A nel mettere a disposizione i dati da cui poi noi scienziati potremmo partire per un maxi studio. Per quello sulla Sla abbiamo dovuto usare gli albumi fotografici della Panini. Mi chiedo perché non ci sia la voglia di approfondire, si potrebbe anche fare una valida prevenzione sui giovani calciatori. Lo Stato - conclude - potrebbe farsi carico delle risorse economiche necessarie per realizzare questo studio sugli ex calciatori".
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