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"Altro che pullman. Il Cholo sceglie a sinistra l’opzione più offensiva (Samuel Lino, non Reinildo), ma soprattutto chiede pressione quando l’Inter imposta bassa. I Materassai corrono in avanti senza palla, come fino a qualche anno fa era impensabile. Se l’Inter esce con il pallone, allora scappano a comporre due linee strette davanti a Oblak (5-4-1), ma pronti a ripartire, con Saul e Lino subito ad altezza punte. Non capita spesso ai nerazzurri di trovare avversari che gli pestano i piedi tra le loro tende e, men che meno, con questa intensità e fisicità. Gli errori in appoggio di Mkhitaryan e Darmian all’alba del match si spiegano anche così. Ma nelle difficoltà l’Inter intuisce una cosa: che se riesce a salire palleggiando oltre la linea di pressione, può trovare campo e speranza. Lo dimostra De Vrij al 19’, bravissimo a cavalcare solitario come un eroe dei fumetti. Sbaglia solo la rifinitura per Thuram. L’occasione che capita a Lautaro al 38’ è ancora più didascalica e clamorosa. Thuram scippa a centrocampo un distratto De Paul, con l’Atletico sbilanciato in pressing. Il francese salpa e assiste Lautaro che, invece di sentenziare al volo, controlla e mastica il pallone. Peccato, anche perché di occasioni del genere, una squadra solida come quella del Cholo, non ne regala molte.
"Ma l’Inter è cresciuta, nel ritmo e nel controllo del match. Su tutti Barella e Thuram che al 42’ va ancora al tiro in coda a un’altra felice ripartenza (Lautaro). Nell’occasione però il francese s’infortuna. Botta durissima per Inzaghi che perde peso, profondità e fantasia. Entra Arnautovic nella ripresa, mentre Simeone dopo 9’ butta dentro Morata per Saul con Llorente che scala in mediana. Il Cholo non arretra, ma l’Atletico sì, davanti alla crescita dell’Inter che coincide con la lievitazione di Calhanoglu. Splendida, al 4’, l’ennesima evasione palla al piede dell’Inter: la inizia Pavard di tacco in basso a destra e la conclude un cross perfetto di Dimarco, in alto a sinistra, per Arnautovic che alza sciaguratamente. Ma non è nulla in confronto a ciò che combina al 18’: triangola con Lautaro e da un passo, con una prodezza balistica, riesce a non centrare la porta. San Siro piomba nell’incubo. Non sa che è solo la premessa necessaria del lieto fine.
"Ora l’Atletico non pressa di più. E’ stato centrifugato e messo in scatola dal ritmo vorticoso di Barella e soci. Oblak smina un colpo di testa di Lautaro a colpo sicuro (32’). I cambi di Inzaghi hanno alzato i giri della giostra, mentre quelli di Simeone non incidono. Morata sempre prigioniero. Dumfries e Carlos Augusto imperversano. Frattesi strappa la palla della gloria al 34’, la serve a Lautaro che tuona su Oblak. Il Brutto Anatroccolo si avventa sul tap in e diventa Cigno: 1-0 Arnautovic, per sempre. Al Metropolitano sarà battaglia. L’Atletico, pur tradito dalle sue stelle, ha dimostrato comunque il suo valore di squadra. Ma ha toccato con mano che l’Inter è più forte e che fa male quando riparte. Giocherà con questo tarlo in testa. Quest’anno il Cholo non aveva ancora perso in Europa. Ha lasciato San Siro senza fare un solo tiro in porta. Come la Salernitana".
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