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Garlando: “Arnautovic da Brutto Anatroccolo a Cigno. Inzaghi, cambi decisivi”

Matteo Pifferi Redattore 
L'analisi di Luigi Garlando, giornalista della Gazzetta dello Sport, in merito al successo dei nerazzurri con l'Atletico

Intervenuto sulle colonne de La Gazzetta dello Sport, Luigi Garlando, giornalista, ha analizzato così la vittoria dell'Inter contro l'Atletico Madrid:

"Minuto 18 della ripresa. Arnautovic, entrato al posto dell’infortunato Thuram, triangola con Lautaro e, da un passo, mentre San Siro ha già cominciato a sollevare le braccia verso il cielo, impenna incredibilmente sopra la sbarra. L’austriaco ha già nella pancia un gol mangiato al 4’. San Siro rimette giù le braccia avvilito e rassegnato. Non può sospettare che sia solo la prima parte, necessariamente sofferta, di una fiaba a lieto fine. Arnautovic infatti al 34’ segna il gol partita. Inter-Atletico Madrid 1-0. Vittoria sofferta, per troppo spreco, ma meritatissima. Nel primo tempo l’Inter ha combattuto alla pari con un Atletico coraggioso che, contro la retorica del cholismo, è venuto a Milano per pressare e attaccare. Un gol divorato da Lautaro ha impedito ai nerazzurri di bere il tè in legittimo vantaggio. Nella ripresa, pur senza l’infortunato Thuram, l’Inter ha alzato il ritmo, grazie alla crescita di alcune individualità (Calhanoglu) e ai felici cambi di Inzaghi e l’Atletico si è ritrovato sulle barricate come ai vecchi tempi, davanti agli assalti dei nerazzurri, trascinati da un Barella gigantesco. Prestazione mostruosa, per intensità e qualità. Il Cholo è stato tradito invece dalle sue prime stelle: Griezmann, De Paul, Morata, entrato dopo. L’Atletico è piaciuto per spirito nel primo tempo, ma ha concesso troppe ripartenze e questo fa ben sperare Inzaghi per il ritorno. E, soprattutto, ha creato solo un mezzo pericolo con Samuel Lino, ma ha chiuso senza un tiro in porta. Sommer imbattuto in 21 partite su 34. La forza dell’Inter è anche questa".

"Altro che pullman. Il Cholo sceglie a sinistra l’opzione più offensiva (Samuel Lino, non Reinildo), ma soprattutto chiede pressione quando l’Inter imposta bassa. I Materassai corrono in avanti senza palla, come fino a qualche anno fa era impensabile. Se l’Inter esce con il pallone, allora scappano a comporre due linee strette davanti a Oblak (5-4-1), ma pronti a ripartire, con Saul e Lino subito ad altezza punte. Non capita spesso ai nerazzurri di trovare avversari che gli pestano i piedi tra le loro tende e, men che meno, con questa intensità e fisicità. Gli errori in appoggio di Mkhitaryan e Darmian all’alba del match si spiegano anche così. Ma nelle difficoltà l’Inter intuisce una cosa: che se riesce a salire palleggiando oltre la linea di pressione, può trovare campo e speranza. Lo dimostra De Vrij al 19’, bravissimo a cavalcare solitario come un eroe dei fumetti. Sbaglia solo la rifinitura per Thuram. L’occasione che capita a Lautaro al 38’ è ancora più didascalica e clamorosa. Thuram scippa a centrocampo un distratto De Paul, con l’Atletico sbilanciato in pressing. Il francese salpa e assiste Lautaro che, invece di sentenziare al volo, controlla e mastica il pallone. Peccato, anche perché di occasioni del genere, una squadra solida come quella del Cholo, non ne regala molte.

"Ma l’Inter è cresciuta, nel ritmo e nel controllo del match. Su tutti Barella e Thuram che al 42’ va ancora al tiro in coda a un’altra felice ripartenza (Lautaro). Nell’occasione però il francese s’infortuna. Botta durissima per Inzaghi che perde peso, profondità e fantasia. Entra Arnautovic nella ripresa, mentre Simeone dopo 9’ butta dentro Morata per Saul con Llorente che scala in mediana. Il Cholo non arretra, ma l’Atletico sì, davanti alla crescita dell’Inter che coincide con la lievitazione di Calhanoglu. Splendida, al 4’, l’ennesima evasione palla al piede dell’Inter: la inizia Pavard di tacco in basso a destra e la conclude un cross perfetto di Dimarco, in alto a sinistra, per Arnautovic che alza sciaguratamente. Ma non è nulla in confronto a ciò che combina al 18’: triangola con Lautaro e da un passo, con una prodezza balistica, riesce a non centrare la porta. San Siro piomba nell’incubo. Non sa che è solo la premessa necessaria del lieto fine.


"Ora l’Atletico non pressa di più. E’ stato centrifugato e messo in scatola dal ritmo vorticoso di Barella e soci. Oblak smina un colpo di testa di Lautaro a colpo sicuro (32’). I cambi di Inzaghi hanno alzato i giri della giostra, mentre quelli di Simeone non incidono. Morata sempre prigioniero. Dumfries e Carlos Augusto imperversano. Frattesi strappa la palla della gloria al 34’, la serve a Lautaro che tuona su Oblak. Il Brutto Anatroccolo si avventa sul tap in e diventa Cigno: 1-0 Arnautovic, per sempre. Al Metropolitano sarà battaglia. L’Atletico, pur tradito dalle sue stelle, ha dimostrato comunque il suo valore di squadra. Ma ha toccato con mano che l’Inter è più forte e che fa male quando riparte. Giocherà con questo tarlo in testa. Quest’anno il Cholo non aveva ancora perso in Europa. Ha lasciato San Siro senza fare un solo tiro in porta. Come la Salernitana".


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